Nainggolan: “Alla Spal perché De Rossi mi ha raccontato una marea di cazz…”

Ai microfoni della pagina Instagram parlamoderoma2.0, Radja Nainggolan ha parlato della sua ultima fallimentare esperienza alla Spal. Il centrocampista belga ha parole poco tenere per il suo ex compagno alla Roma De Rossi. “Lo scorso anno ho fatto una scelta di cuore e sono andato da De Rossi alla Spal e mi ha convinto raccontandomi una marea di cazz… – ha dichiarato – perché mi diceva bellissima città e società, tutto perfetto, arrivo là e invece… Sono andato e mi sono divertito, mi dicevano ‘Non ti preoccupare rimane fino a fine campionato’. Dieci giorni e lo hanno cacciato”.

Nainggolan, 35 anni, spera ancora in una chiamata di una squadra di Serie A. “In Serie B ho visto proprio un altro livello rispetto alla serie A, io penso di poter dire ancora la mia in A, devo solo trovare qualcuno che ci creda, tutto qua. Il Cagliari? Non c’è possibilità. In A non mi ha chiamato nessuno, ho sentito Di Francesco ma al Frosinone vogliono giocatori giovani”. 

Il centrocampista belga ha anche parlato della lotta scudetto. “L’Inter per me era ed è sulla carta la più forte, la Lazio lo scorso anno è arrivata seconda, ma per me la Roma non ha nessun giocatore inferiore rispetto a loro come singoli – le sue parole -. La Juve è senza coppe e il Milan come farà quest’anno? Bisogna vedere i titolari come andranno in queste due squadre”.

Nainggolan smentisce di essere un rovina spogliatoi. Ma quali danni? Io mi sento con giocatori con cui giocavo a Piacenza, negli spogliatoi non ho mai litigato con nessuno, quindi non capisco che caz… s’inventa la gente”.

Lecce-Lazio 2-1: ribaltone finale con Almqvist e Di Francesco

LECCE –  In due minuti, due soli minuti, la Lazio ha conosciuto l’amarezza di sale della sconfitta dopo i lunghi e dolci minuti della vittoria desiderata, ma quando le cose si rovesciano in questo modo non sempre c’è lo zampino del caso, almeno non in questo: la Lazio è un Lecce di lusso, o il Lecce una Lazio operaia (stessi principi di gioco, diversa caratura di giocatori), e nella lotta di classe la voglia popolana ha soppiantato la presunzione elitaria dei vicecampioni d’Italia. Sarri a fine gara dirà: «È la stessa partita dell’anno scorso, non cresciamo mai, è un brutto segnale. È vero che abbiamo fallito le occasioni del 2-0 ma anche che nel secondo tempo hanno giocato solo loro».

«La cronaca della gara»

Il Lecce è andato all’arrembaggio con le sue navi leggere, tre alette per far vela a un gioco d’attacco che al momento non ha un sbocco naturale (Krstovic, il montenegrino capocannoniere in Slovacchia, è arrivato solamente sabato) ma che intanto appassiona, trascina, mobilita questo stadio che ha urlato Carletto Carletto per tutto il minuto di emozione dedicato a Mazzone e dove si fa (tanto) con quel che si può (pochi soldi, tantissime idee). Intanto, la pepita è il 18enne Dorgu, terzino sinistro danese di origini nigeriane, il primo dei campioni d’Italia Primavera (non sarà l’unico) a passare dall’U19 alla prima squadra: ha fisico, corsa, tecnica e attenzione.

Ha un futuro, anche se la partita si è rovesciata quando è uscito lui ed è stato il suo sostituto Gallo a porgere ad Almqvist l’assist del pari: lo svedese scovato in Polonia, altro bel tipino, ha fiondato in rete di sinistro poco prima che Di Francesco risolvesse con il gol del 2-1 una mischia appassionata. Il presente avrebbe dovuto essere la Lazio e invece no, anche se Immobile ha castigato alla prima occasione del campionato, fiutando il gol fin da quando il lungo lancio di Romagnoli ha messo in moto Luis Alberto.

I laziali si stanno ponendo dall’inizio dell’estate il problema di dove andare a prendere i gol perduti di Milinkovic (quasi 9 in media, nelle ultime 6 stagioni) senza considerare che sarà Ciro a compensare, tornando al suo abituale formato di 25 gol a campionato, che l’anno scorso è venuto dimezzato. È tutto il resto che la Lazio ancora non ha: il Lecce l’ha surclassata principalmente in frizzantezza. Si vede che ha passato un’estate più serena, anche se pure a D’Aversa mancano ancora pezzi fondamentali (e il regista Ramadani ce l’ha solo da pochi giorni), mentre Sarri ha una squadra imperfetta (ha tutte le scuse: Lotito s’è mosso in ritardo) e specialmente zavorrata dalle sue stesse preoccupazioni. La Lazio ha avuto illuminazioni da Luis Alberto e concretezza da Immobile, bravo anche nelle sponde e sfortunato quando nella ripresa ha colpito il palo, ma nello scialo di palle-gol ha avuto un ruolo la mancanza di serenità: le occasioni fallite da Lazzari (in bambola con Banda) e da Felipe Anderson, ma anche altri momenti di gioco più individuale che collettivo, sono stati conseguenza e non causa di una gara giocata con troppi bruciori di stomaco.

Lecce 2 40’ st Almqvist, 42’ st Di Francesco

Lazio 1 26’ pt Immobile

Lecce (4-3-3) Falcone 6.5 – Gendrey 5.5 (20’ st Blin 6.5), Pongracic 6, Baschirotto 6, Dorgu 6.5 (20’ st Gallo 7) – Rafia 5.5 (20’ st Kaba 6), Ramadani 6.5, Gonzalez 6 (38’ st Burnete sv) – Almqvist 7.5, Strefezza 6.5, Banda 7 (32’ st Di Franscesco 7). All. D’Aversa 7.5.

Lazio (4-3-3) Provedel 6 – Lazzari 4 (27’ st Pellegrini sv), Patric 5, Romagnoli 5.5, Marusic 4.5 – Kamada 5.5 (9’ st Vecino 5), Cataldi 5.5 (44’ st Castellanos sv), Luis Alberto 6.5 – Felipe Anderson 5.5 (9’ st Isaksen 5.5), Immobile 7, Zaccagni 6 (27’ st Pedro sv). All. Sarri 5.5.

Arbitro: Dionisi 6.

Note: ammoniti Strefezza, Isaksen, Gonzalez, Pongracic, Pellegrini. Spettatori 29.081, incasso 495.837,79 euro.

 

Le pagelle di Inter-Monza: già applausi per Thuram, Gagliardini senza slanci

Inter

6 Sommer

Il poco che fa, lo fa bene. Dove non arriva lui, lo aiutano i compagni. Un abbraccio a Darmian, un altro a Calhanoglu e passa la paura.

6.5 Darmian In attesa che arrivi dal mercato qualcuno che possa dargli il cambio quando serve, svolge egregiamente il proprio compito. Dal 39’ st Bisseck Sv

6.5 De Vrij Mura Colpani, che ci prova da fuori area. Solido.

6.5 Bastoni Tackle in scivolata al limite dell’area avversaria, come negli anni Novanta. Lanci di quaranta metri precisi al decimetro. Giocatore antico e modernissimo.

7 Dumfries Un assist in avvio, per chiarire a Cuadrado che il posto dovrà sudarselo. Dal 22’ st Cuadrado 6 Entra, corre, non si risparmia mai.

7 Barella Sbaglia il primo pallone, ma si fa presto perdonare. La palla che innesca Dumfries per l’1-0 dell’Inter è una cosa bella.

6.5 Calhanoglu Gran salvataggio su Kyriakopoulos. Sciolto nel finale, come nei giorni migliori.

6 Mkhitaryan Lampi di grande classe, anche se la velocità non è ancora quella del miglior se stesso.

6 Dimarco Corsa, cross, corsa, cross. Esce stanco. Dal 22’ st Carlos Augusto 6 Ha voglia di fare bella figura e si vede.

8 Lautaro La fascia al braccio gli dona. Pronti, partenza, gol. Nella ripresa arriva la doppietta. Quando non ha impegni in area avversaria, ringhia su Pessina. Dal 35’ st Frattesi 6 Argento vivo. Per poco non segna il 3-0

6.5 Thuram Il primo pallone che tocca è una sventagliata che attraversa tutto il campo. San Siro applaude. E applaude di nuovo quando, pochi minuti dopo, dimostra di sapere stare bene in area. Dal 22’ st Arnautovic 7 Certi amori fanno giri immensi. Torna in nerazzurro dopo 13 anni e lo fa con un assist.

7 All. Inzaghi Chiede pressing e ottiene pressing. Chiede profondità e ottiene profondità. La squadra risponde ai suoi comandi come un buon cavallo a un bravo fantino.

Monza

6.5 Di Gregorio Chiude su Thuram, fuggito a Pablo Mari. È sempre più chiaro perché Stroppa prima e Palladino poi lo hanno preferito a chiunque.

6 D’Ambrosio Mena Thuram a tutto campo. Non gli impedisce di giocare, come vorrebbe, ma di segnare sì. Dal 26’ st Pereira 5.5 Fa rimpiangere l’ex interista.

5 Pablo Mari La sua assenza in area consente a Dumfries di servire Lautaro. Nervoso, comincia a far falli.

5.5 Caldirola Sulla rete del vantaggio interista è assente ingiustificato.

5.5 Ciurria Un bel cross che Sommer respinge a fatica. Altro però non fa.

6 Gagliardini Cambia la maglia, non l’accoglienza di San Siro, che lo fischia. Gara onesta ma senza slanci. Dal 26’ st Machin 5.5 Disorientato, non riesce a incidere

6 Pessina Meno ispirato che in altre partite, tiene comunque in ordine il centrocampo.

6 Kyriakopulos Il più acceso del Monza in avvio. Il suo sinistro è una preoccupazione costante per la difesa interista. Si spegne però presto. Dal 41’ st Carboni Sv

6.5 Colpani I compagni lo cercano in ogni modo, lui un paio di tentativi da fuori li fa. Esce affaticato. Dal 16’ st Birindelli 5.5

6 Caprari Tanto movimento e qualche buona idea, ma non punge mai veramente.

5.5 Maric Qualcosa combina, ma sempre troppo lontano dalla porta interista. Dal 15’ st Mota 5.5 Idem come sopra.

5.5 Palladino C’è troppa differenza tecnica fra il suo Monza e l’Inter per pensare di potere affrontare la gara come una serie di duelli, uno contro uno a tutto campo.

6 Arbitro Colombo Gara semplice, non la guasta.