Mondiali di rugby, il dominio è europeo

AGI – Dominio europeo nella prima fase dei mondiali di rugby in corso in Francia: la conferma è arrivata da Lione dove la travolgente vittoria del Galles per 40 a 6 sull’Australia. Un risultato che qualifica i dragoni ai quarti di finale ed elimina virtualmente per la prima volta nella fase ai gironi i ‘wallabies’ bicampioni del mondo.

In tutti e quattro i gironi ora sono in testa squadre del Vecchio Continente: in quello A, in cui è inserita anche l’Italia, capolista è la Francia (13 punti) che ha battuto la Nuova Zelanda e ha già ipotecato i quarti. Gli azzurri devono fare l’impresa di battere gli All Blacks, venerdì alle 21 a Lione, o i padroni di casa il 6 ottobre per arrivare secondi e andare avanti.

Nel girone B l’Irlanda stacca ora di quattro punti il Sudafrica che pero’ dovrebbe farcela a qualificarsi come secondo. Nel C il Galles è già ai quarti con 14 punti e a meno di un miracolo saranno le Figi a prendersi il secondo posto eliminando l’Australia. Nel D l’Inghilterra è già qualificata e ha fatto il vuoto alle sue spalle con 14 punti.

Treviso, madre del 17enne travolto da un poliziotto ubriaco: “Mi hanno chiesto 183 euro per pulire il sangue di mio figlio”

A Treviso l’8 maggio del 2022 Davide Pavan, 17 anni, è stato travolto e ucciso da Samuel Seno, 31 anni, poliziotto ubriaco che stava tornando da una partita di rugby. La sua auto ha invaso la corsia opposta travolgendo lo scooter sul quale si trovava il 17enne. A distanza di tempo, la madre Barbara Vedelago, parla della perdita del figlio e di quello che lei definisce: “un errore, un brutto scherzo”. I genitori del ragazzo, infatti, hanno ricevuto una fattura con l’importo di 183 euro per ripulire il luogo dell’incidente, “togliere i rottami e spargere della segatura sul sangue di Davide e sui liquidi del motore rimasti sull’asfalto”.

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“Ci siamo sentiti abbandonati”  ” Bonifica dell’area con smaltimento dei rifiuti e assorbente per sversamento liquidi“: è quanto scritto sul foglio con fattura ricevuto e che Barbara Vedelago e il marito hanno pagato di tasca propria.  “L’intero sistema non va, e la fattura per la bonifica è solo uno dei tanti episodi” spiega la donna in un’intervista a l Corriere della Sera. E puntualizza che l’introduzione del reato di omicidio stradale non basta: “La legge è troppo morbida con chi causa un incidente”. “Ci siamo sentiti abbandonati, come se il nostro dolore non contasse”.

Dallo scooter alla fidanzata  La madre di Davide Pavan, poi, elenca tutto ciò che non torna sul caso del figlio. “Ci è arrivata una raccomandata per avvisarci che il rottame dello scooter era stato dissequestrato e che dovevamo andare subito a ritirarlo, altrimenti avremmo dovuto pagare una penale per ogni giorno di ritardo”. Non solo. Alla fidanzatina del ragazzo, la prima a giungere sul luogo dell’incidente e che è stata trovata accanto a Davide, è stata negata la possibilità di costituirsi parte civile: “La legge non lo prevede, perché non erano sposati e lei non è una parente. Il loro era un amore giovanile, lo so, ma chi può dire che non sarebbe durato per tutta la vita?”.

“Lo perdonerò? Forse quando diventerà padre”  Samuel Seno ha patteggiato tre anni e sei mesi. “Perdonarlo? Forse, prima o poi, anche lui diventerà papà. In quel momento , guardando suo figlio, finalmente capirà cosa mi ha tolto. E allora sì, troverò la forza di perdonarlo“.

Sul web tutti pazzi per Dario: dalle arti marziali al sindaco ostacolista, tanti “meme” in rete

Firenze, 18 marzo 2023 – Dal Nardella esperto di arti marziali al sindaco rugbysta: Dopo l’atletico e deciso intervento del sindaco Dario Nardella contro gli ambientalisti che hanno imbrattato Palazzo Vecchio sui social tanti fotomontaggi spiritosi e tanta ammirazione. Così si paragona Nardella a un grande ostacolista, lo si immagina statua vivente nella Loggia dei Lanzi oppure rugbysta al placcaggio. Sempre nell’atto di fermare uno degli autori del gesto che ha suscitato l’indignazione dei turisti e la rabbia del sindaco.

Nardella eroe del web: tanti “meme” sul suo intervento contro chi imbrattava Palazzo Vecchio

“L’uomo che ha chiesto il selfie a De Filippi nella camera ardente non si è pentito. Ma continua a piangere” il racconto di Michele Dalai

Quando domenica sera Michele Dalai, amministratore delegato della squadra Zeta Rugby, è salito sul treno in direzione Torino non poteva immaginare che a un paio di sedili da lui c’era l’uomo più criticato del momento: quello che ha chiesto un selfie a Maria De Filippi durante la camera ardente del marito Maurizio Costanzo. Un incontro che Dalai ha voluto condividere sui social.

“Quando sono salito stava piangendo – racconta al telefono – lui e alcuni suoi parenti, credo la sorella, la cugina e la figlia della cugina, sono stati tutto il tempo a parlare in modo ossessivo di quanto era accaduto. Ma il bello è che all’inizio non capivo cosa stessero dicendo perché di tutta questa storia non ne sapevo nulla. Ero a Roma per vedere il rugby e sono dovuto andare online per vedere le notizie. Pensavo di salire e leggermi un libro, invece ho assistito a una sorta di psicodramma collettivo”.

“Piangeva, rideva era un mix di emozioni – continua Dalai –  non era pentito del gesto, ma non perché fosse una persona cattiva, piuttosto perché mi è sembrato inconsapevole, uno che davanti all’impulso di vedere un vip non ha resistito e ha comunque chiesto un selfie non considerando il contesto. Ecco io su questo mi soffermerei a pensare, sul come siamo arrivati qui”.

Obbligato ad ascoltare, Dalai racconta che l’uomo, leggendo le critiche che arrivavano da giornali e social, cercava di giustificare la sua azione dicendo che Maria De Filippi non poteva essersi arrabbiata con lui perché gli aveva stretto la mano. “Lo chiamavano amici e parenti, erano tutti eccitati e allo stesso tempo spaventati per via degli insulti e delle minacce che arrivavano dai social. C’è chi gli ha proposto di monetizzare il tutto ma lui si è rifiutato. Faceva ipotesi sulle cose che gli sarebbero potute accadere ora che era finito al centro dell’attenzione. Interviste con le Iene o con Striscia la notizia e diceva che grazie a un suo amico dirigente delle Poste sapeva già che doveva rifiutare”.

A tratti l’uomo e i parenti hanno provato a coinvolgere anche Dalai e gli altri passeggeri: “Ma quando abbiamo capito che si trattava di lui è calato il gelo nel vagone, nessuno ha parlato. Mi hanno rivolto parola e ho risposto opponendo un cortese silenzio. E in silenzio ho atteso la mia fermata”.