Mondiali di atletica, 200 metri: stop per Tortu e Desalu eliminati nelle batterie

Strada sbarrata per Filippo Tortu e Fausto Desalu che escono di scena nelle batterie dei 200 metri maschili e mancano il pass per le semifinali dei Mondiali di atletica di Budapest. Il 25enne milanese, tesserato Fiamme Gialle, conclude la sesta batteria al quarto posto in 20″46; mentre il 29enne di Casalmaggiore, anche lui delle Fiamme Gialle, conclude la prima serie al sesto posto in 20″49 (suo miglior crono stagionale). Entrambi gli azzurri, insieme d’oro nella 4×100 olimpica di Tokyo2020, restano fuori dal lotto dei 24 ammessi alle semifinali per pochi centesimi. L’ultimo dei qualificati, infatti, è il brasiliano Renan Correa con il tempo di 20″44.

GianMarco Tamberi vince la medaglia d’oro nel salto in alto ai Mondiali di atletica a Budapest

Il più grande di sempre dell’atletica leggera italiana da martedì sera ha un nome e un cognome e la seria possibilità di rimanere tale per molti anni: GianMarco Tamberi. A Gimbo mancava solo il titolo mondiale all’aperto e Gimbo se l’è preso con una gara sensazionale accompagnata da uno show di bellezza delirante, più da rockstar che da atleta che ha fatto impazzire lo stadio come nessun’altra gara finora.

Primo sulla pedana di Budapest saltando due metri e 36 in un primo tentativo perfetto che ha ucciso psicologicamente gli avversari, primo battendo ai punti (stessa misura, ma al primo tentativo) il giovane fenomeno americano Harrison, primo senza senza dover condividere l’oro con l’amico Mutaz Barshim, questa volta terzo a due e 33. Un Tamberi stellare, agitatissimo che chiama la hola del pubblico (tutto lo stadio con lui) appena entrato in pedana e continua a saltellare vicino agli spalti fino alla fine, fermandosi anche a incoraggiare gli altri azzurri in gara.

Un Tamberi che si riserva un ultimo tentativo a 2 metri e 40 solo per il gusto di fare passerella, che festeggia con un tuffo nella vasca delle siepi con il vincitore dei 3000 El Bakkali e che dopo un brutto nullo al primo tentativo a 2 metri e 25 non sbaglia più niente. Gimbo Tamberi ha vinto le Olimpiadi, un mondiale all’aperto e due al coperto, un europeo outdoor e due indoor ribaltando infortuni gravi, crisi mentali, qualificazioni disastrose. Gli manca il primato del mondo ma i primati passano mentre lui e le sue medaglie resteranno per sempre.

Calcio femminile, Spagna campione del mondo. Il sogno dell’Inghilterra spazzato via da Carmona

Stavolta l’Armada è “invencible”, per davvero. Allo Stadium Australia di Sydney la Spagna alza al cielo per la prima volta nella sua storia la Coppa del mondo femminile superando 1-0 le rivali dell’Inghilterra. Vendicando un anno dopo la sconfitta ai quarti dell’Europeo poi vinto dalle inglesi. Ancora in rete, ancora decisiva Olga Carmona, che in semifinale aveva eliminato la Svezia allo scadere. Il Mondiale di calcio femminile si scrolla di dosso il monopolio Usa (campioni in carica dal 2015, 4 volte sul tetto del mondo) per riaffacciarsi sul Vecchio Continente con due finaliste inedite. Un derby europeo in finale mancava dall’edizione del 2003, quando la Germania ebbe la meglio sulla Svezia.

Spagna superiore all’Inghilterra

La vittoria di misura della Roja non rende l’idea di una partita dominata sul piano tattico, con l’Inghilterra stritolata nella morsa asfissiante delle spagnole, che non lasciano spazio all’iniziativa delle rivali e manovrano con l’impronta del tiki-taka che qualche anno fa faceva le fortune della nazionale maschile. La migliore interprete della serata è sicuramente Aitana Bonmati, galvanizzata dall’accostamento a Iniesta che Pep Guardiola le ha rivolto. Serve a poco l’ottima parata su rigore dell’inglese Earps, che nel secondo tempo nega il raddoppio a Hermoso. Il suo sfogo e l’incitamento alle compagne sono comunque il segnale del riscatto di una ragazza che era stata relegata ai margini del progetto dall’ex ct Phil Neville, prima di essere rilanciata da Sarina Wiegman, per la quale circolano voci su un futuro in panchina della nazionale maschile al posto di Gareth Southgate.

Per l’Inghilterra la traversa di Hemp

Per il resto l’Inghilterra non riesce a sfondare: la costruzione è confusionaria e macchinosa. L’unica, vera occasione al 15’ con la traversa colpita da Hemp. Filosofia opposta quella della Spagna, corale in fase di impostazione e pronta a raddoppiare e triplicare le marcature per stroncare sul nascere le velleità delle rivali. I guai arrivano soprattutto da sinistra, la fascia dove è maturato il gol mondiale: al 29’ Bronze si fa sfilare il pallone al centro del campo e via di ripartenza, con Mariona che al limite dell’area aspetta la sovrapposizione di Carmona che col mancino trafigge in diagonale Earps. Il rigore procurato arriva sempre dopo un’azione orchestrata da sinistra: Mariona riceve e prova a penetrare nell’area avversaria trovando la mano destra di Walsh. Sul finale di partita l’Inghilterra deve anche proteggersi il fianco destro: l’ispiratissima Bonmati trova uno splendido corridoio per Batlle, ma Earps nega ancora il 2-0. Più imbrigliata Paralluelo, gioiellino del Barcellona schierato centravanti, che viene dal mondo dell’atletica leggera (400 piani e ostacoli). Non ancora ventenne, aveva segnato da subentrata ai quarti e in semifinale.

La solitudine del ct spagnolo

L’unica immagine dissonante nella notte di festa spagnola è quella del ct Jorge Vilda, solissimo durante la celebrazione del gol e nella mischia durante i festeggiamenti al fischio finale. Lo scorso settembre l’ammutinamento delle 15 calciatrici che chiedevano a gran voce la sua testa: “Mai più come allenatore, altrimenti non scendiamo in campo”, sostenendo che la sua presenza non garantisse le adeguate condizioni psicologiche per allenarsi. Pugno duro della Federazione spagnola, che prese le difese di Vilda. Pace forzata, ma solo in 11 sono tornate sui propri passi. Di queste, solo tre sono state convocate: Bonmati, Mariona e Batlle. Sui social network le escluse non hanno celebrato l’impresa delle loro ex compagne. Vilda ha avuto in ogni caso il merito di vincere un Mondiale avendo ricostruito una squadra da zero.

Mondiali di atletica di Budapest, programma di gare del 20 agosto e dove vederli in tv

Medaglia di bronzo nella 20km di marcia per la campionessa olimpica Antonella Palmisano. La condizione della pugliese delle Fiamme Gialle era un’incognita, ma l’azzurra ha disputato una bella gara da un punto di vista tattico. Medaglia d’oro per la formidabile spagnola Maria Perez, argento per la Montag.

Disco donne (qualificazione), ore 9:00

Daisy Osakue, l’unica lanciatrice azzurra assieme alla martellista Fantini convocata ai Mondiali, lancia solo a 61,31 e adesso deve aspettare i risultati dell’altro gruppo per capire se sarà qualificata o meno.

400 donne (batterie), ore 9:35

Sei le batterie del giro di pista donne, con passaggio alla semifinale assicurato per le prime tre di ogni turno e i sei migliori tempi. Alice Mangione non ce la fa e viene eliminata.

400 uomini (batterie), ore 10:20

Il giro di pista al maschile non gode purtroppo di ottima salute al momento tra gli azzurri. Un solo italiano in gara, Davide Re che riesce a passare il turno grazie ai ripescaggi, essendo finito quarto in batteria.

Alto uomini (qualificazione), ore 10:35

GianMarco Tamberi inizia la rincorsa all’unico titolo che ancora gli manca in un palmares strepitoso, quello di campione mondiale che ha vinto solo nella prova indoor. Si gareggia al mattino (il Nostro non lo ama) e si va in finale saltando due metri e 30 oppure piazzandosi nei primi dodici. Il 2 e 34 di Tamberi è la quinta misurta stagionale, in cima alla lista (2 e 36) c’è il suo grande amico e rivale Mutaz Barshim. In corsa anche i nostri Fassinotti e Sottile: per loro impresa quasi impossibile passare il turno.

400 hs uomini (qualificazione), ore 11.25

Nella gara dove va in scena l’enorme e selvaggio talento del norvegese Warholm (che ha portato gli ostacoli su tempi impensabili) contavamo molto su Alessandro Sibilio almeno per un ingresso in finale. L’ingegnere napoletano ha avuto qualche problemino fisico nelle ultime settimane e la sua condizione va verificata. Il sorteggio non gli ha affidato un compito facile: corre in prima batteria contro Warholm e Happio, i due migliori al mondo. In semifinale i primi quattro e i migliori quattro tempi.

100 metri donne (batterie), ore 12:10

Zaynab Dosso è la nostra unica carta nella prova regina della velocità femminile e si trova di fronte a una batteria (la prima) molto impegnativa contro il fenomeno americano Sha’Carrie Richardson e altre quattro atlete con personali inferiori al suo. Si passa alle semifinali qualificandosi tra le prime tre o con i migliori tre tempi tra i non qualificati.

110 hs uomini (batterie), ore 13:05

Due (buone) carte da giocare per il passaggio alle semifinali negli ostacoli alti dove avanzano i primi quattro di ogni batteria e i quattro migliori tempi. Nella seconda serie ci giochiamo la carta di Hassane Fofana, nella terza (più impegnativa) quella qualificatissima di Lorenzo Simonelli che ha da poco fissato il suo personale a un ottimo 13”33.

100 metri uomini (semifinali), 16:35

E’ il momento della semifinale (per molti impossibile) di Marcell Jacobs, che in batteria ha corso in un per lui modestissimo 10”15 qualificandosi per un pelo. Marcell disputerà il primo dei tre turni, partendo in corsia 3 e sfidando l’americano Lyles, il keniota Omanyala, l’inglese Amo-Dadzie e il giamaicano Watson, tutti quest’anno abbondantemente sotto i 10” netti.

Lungo donne (finale), ore 16:55

Per noi italiani, è la gara del giorno e forse del Mondiale. Larissa Iapichino si è qualificata per la finale con la sesta misura ma il suo 6,73 la tiene perfettamente in linea per la corsa al podio. La concorrenza è spietata, cinque delle dodici finaliste hanno personali superiori ai sette metri e le americane Moore e Davis-Whoodal sono in grande forma.

1500 metri donne (semifinale), ore 17:05

Due le azzurre che hanno raggiunto la semifinale: con un cast di altissimo livello, Gaia Sabbatini sembra potersi giocare qualche carta per un accesso in finale anche se nella sua serie (la seconda, passano le prime sei) ci sono sei atlete con personali inferiori ai 4’ netti.

1500 metri uomini (semifinale), ore 17:30

Pietro Arese è più che una speranza del mezzofondo azzurro ma i 1500 metri sono in un momento in cui ci si sfida tra fenomeni a ritmi impossibili. Qualificato con grande autorevolezza per la finale, cercherà uno storico passaggio al turno successivo nella prima delle due serie (vanno in finale i primi sei, zero ripescaggi) dove due soli atleti su 14 hanno un personale più alto del suo. In bocca al lupo.

10.000 metri uomini (finale), ore 18:25

Come sempre i 10 mila metri si disputano in finale secca e per il nostro Yeman Crippa, campione europeo in carica, l’impresa di arrivare nel primo gruppo è quasi disperata. Il trentino viene da un inizio di stagione non brillantissimo, tra i 24 partenti c’è gente (come il micidiale keniano Cheptegei) con personali migliori di un minuto. Ma Yeman è un gran combattente e se la gara è tattica saprà farsi valere.

100 metri uomini (finale), ore 19.10

Chiude il programma odierno la finale dei 100 piani uomini. Per capire chi è il favorito bisognerà vedere prima l’esito delle semifinali del pomeriggio.

Jacobs in semifinale 100 metri ai Mondiali di atletica leggera

(Adnkronos) – Marcell Jacobs a fatica in semifinale nei 100 metri ai Mondiali di atletica leggera di Budapest 2023. L’azzurro, campione olimpico in carica, è terzo nella sua batteria con il tempo di 10”15: il piazzamento vale il passaggio del turno. Eliminato invece Samuele Ceccarelli, che nella sua batteria rimane in corsa per 50 metri prima di perdere nettamente terreno. Domani le semifinali e la finale. 

Il modulo, i volti nuovi e chi dirà addio: nasce l’Italia di Spalletti

Roberto Mancini si è dimesso dal ruolo di commissario tecnico della Nazionale Italiana di Calcio. Al suo posto – da ieri ufficialmente – c’è Luciano Spalletti: il tecnico ex Napoli avrà un compito alquanto complicato e delicato, quello di ricostruire il gruppo, avendo carta bianca in modo da poter aprire un nuovo ciclo e da dare una propria impronta dopo i 5 anni di Mancini. Primo test della Nazionale griffata Spalletti? La Macedonia del Nord, proprio la squadra che ha tagliato fuori gli Azzurri nella corsa al Mondiale 2022 in Qatar.

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport Spalletti non darà spazio a quelli che erano definiti i senatori del gruppo targato Mancini: sicuramente out Bonucci, Verratti e Jorginho in bilico, resta un punto interrogativo invece Ciro Immobile. Per quanto riguarda il modulo quello scelto sarà il 4-3-3 con la variante del 4-2-3-1, proprio come accadeva del resto al Napoli.

Acerbi e Toloi sono altre due pedine che rischiano la bocciatura, Di Lorenzo confermato anche grazie ai trascorsi positivi nel Napoli, sì – a proposito di Napoli – ai ritorni di Meret e Politano. Giocatori da bollino verde invece Retegui, Raspadori e Scamacca, possibile anche il placet per Casale e Buongiorno. Il primo volto nuovo a esordire in Nazionale maggiore? Potrebbe essere Tommaso Baldanzi dell’Empoli, non è esclusa come new entry anche Cesare Casadei.

L’articolo originale è stato pubblicato da 90min.com/it come Il modulo, i volti nuovi e chi dirà addio: nasce l’Italia di Spalletti.

Clamoroso, Roberto Mancini si dimette da Ct della Nazionale di calcio. Il comunicato della Figc

C’è più di qualcosa di strano e non solo perchè una notizia che scuote l’intero calcio italiano arriva all’antivigilia di Ferragosto e a pochi giorni dallo start del campionato 2023-2024. Roberto Mancini si è dimesso dalla carica di Ct della Nazionale di calcio: la Figc non vuol perdere tempo consapevole del momento difficile ed è già al lavoro per trovare il sostituto.

L’ipotesi una mega proposta araba è ancora da verificare, che possa essere stato questo l’elemento che ha sconvolto l’intero panorama? Annuncio che ha destabilizzato in tanti, forse tutti, perchè la decisione presa dal commisario tecnico campione d’Europa in carica arriva a pochi giorni dalla nomina di coordinatore di Under 20 e Under 21. Ed anche questo concetto lascia inevitabilmente aperte questioni e dubbi. Senza dimenticare che tra un mese la Nazionale dovrà scendere in campo (contro Macedonia del Nord ed Ucraina) per le qualificazioni agli Europei. 

Roberto Mancini si è dimesso, il comunicato della Fgc

Lo comunica in una nota la  Federazione Italiana Giuoco Calcio: «Prendiamo atto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla carica di Commissario Tecnico della Nazionale italiana, ricevute ieri nella tarda serata».

«Si conclude, quindi, una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023; in mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra». 

«Tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a Uefa Euro 2024 (10 e 12 settembre con Nord Macedonia e Ucraina), la Figc comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo Ct della Nazionale». 

Dalle Marche alla Nazionale, l’ascesa di Mancio oggi testimonial della sua regione

Roberto Mancini, 59 anni il 27 novembre, è nato a Jesi: molto fiero della sua marchigianità è il testimonial della regione nel mondo, in prima linea anche per la raccolta fondi in favore delle popolazioni delle Marche colpite dall’alluvione dello scorso settembre.

La sua è una storia incredibile, Mancio ha esordito in Serie A con il Bologna nel 1981, non ancora diciassettenne, per poi diventare, negli anni a seguire, un simbolo della Sampdoria, nella quale ha militato per 15 stagioni. dopo aver militato nel club genovese, ha giocato per un triennio nella Lazio, con la quale vince un campionato italiano e due coppe europee, per poi chiudere la carriera da calciatore dopo una breve parentesi al Leicester City.

Il 14 maggio 2018 Mancini viene nominato commissario tecnico della nazionale italiana e il 28 maggio esordisce  sulla panchina dell’Italia con una vittoria, battendo in amichevole l’Arabia Saudita (2-1). 

Un avventura in azzurro durata 1918 giorni

L’avventura di Roberto Mancini è durata 1918 giorni, 5 anni e tre mesi. È il terzo commissario tecnico più longevo della storia della nazionale, dopo Vittorio Pozzo ed Enzo Bearzot. Il ct dimissionario era stato annunciato il 14 maggio 2018, sei mesi dopo il ko con la Svezia e la mancata qualificazione al mondiali di Russia 2018. In cinque anni di lavoro, Mancini ha guidato gli azzurri in 61 occasioni, realizzando una media vittorie fra le più alte in assoluto. Il bilancio recita 37 vittorie, 15 pareggi e 9 sconfitte. In mezzo una striscia di 37 risultati utili consecutivi e soprattutto un Europeo vinto a Wembley contro l’Inghilterra. Resta però indelebile anche la mancata qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 con gli azzurri finiti dietro la Svizzera nel girone e poi sconfitti a Palermo dalla Macedonia del Nord.

L’Italia si avvicina al Mondiale arando la Cina: successo senza i big

Ultimo atto della Trentino Basket Cup 2023 che vede in finale la sfida tra Italia e Cina. La formazione di Gianmarco Pozzecco vince 79-61 alla BLM Group Arena. Faticano solo in avvio gli azzurri, che prendono velocemente le redini dell’incontro e mettono in campo una qualità nettamente maggiore rispetto agli avversari. Esce in avvio Spissu per un fastidio muscolare. In campo con gli asiatici Kyle Anderson (sotto il nome di Li Kai’er).

Si conclude oggi la due giorni della Trentino Basket Cup 2023, torneo di preparazione ai Mondiali che va in scena alla BLM Group Arena di Trento. Dopo la vittoria contro la Turchia di ieri, l’Italia affronta in finale la Cina (regolata Capo Verde). Vittoria per gli azzurri per 79-61. Coach Gianmarco Pozzecco inizia con il quintetto formato da Spissu, Tonut, Datome, Polonara e Caruso, mentre Melli e Fontecchio sono tenuti a riposo per oggi. L’avvio è marcato Zhou, autentico protagonista fino al +7 cinese. Datome e Caruso firmano la rimonta dell’Italbasket fino al 17-15, che diventa +5 sulla tripla del neo entrato Pajola. Nel frattempo, arriva l’esordio di Kyle Anderson con gli asiatici, sotto il nome di Li Kai’er e la maglia 32.

Il match diventa più fisico e Pippo Ricci prima si prende la tripla e poi l’appoggio che chiude il primo quarto sul 27-19. Il secondo parziale inizia sotto un buon numero di errori, ma l’ingresso di Diouf ha un impatto notevole sulla difesa avversaria e porta i suoi fino ai quattordici punti di vantaggio. Polonara firma la tripla poco dopo, seguita da una gran stoppata di Caruso a cui segue però un finale di tempo contraddistinto dalla reazione degli avversari, che recuperano fino al 42-31 dell’intervallo. Si torna in campo e prima c’è l’espulsione di Djordjevic, al secondo tecnico, seguita da due minuti senza realizzazioni. A quel punto sono i cinesi a portarsi fino a -7, ma Spagnolo e Polonara danno il via al risveglio italiano, che aprono una serie che porta la selezione nostrana fino al +20.

L’ultimo quarto si apre con un canestro in allontanamento di Datome e trascorre con la gestione dei ragazzi di Pozzecco, che chiudono 79-61. Spissu esce dal campo precauzionalmente dopo 4′ per un piccolo fastidio muscolare. Il prossimo appuntamento in preparazione del Mondiale è previsto per il 9 e 10 agosto, quando gli azzurri affronteranno Serbia e Grecia nel torneo dell’Acropolis ad Oaka.

Onana esce dai pali e prende gol da 40 metri, i tifosi del Manchester United: «Ridateci De Gea»

Il Manchester United batte 3-1 in amichevole i francesi del Lens, e questo non è un problema, ma suscita già discussione la rete realizzata dai francesi ai danni di André Onana, il portiere che i Red Devils hanno appena acquistato dall’Inter. si è trattato, infatti, non solo della rete del vantaggio per il Lens, ma anche di un gran tiro da centrocampo di Florian Sotoca che ha preso la decisione di calciare dopo aver visto il camerunense molto lontano dai pali. Vana la sua corsa «disperata» per provare a inseguire il pallone: Onana è poi franato dritto in porta.

Nella ripresa è poi arrivato il ribaltone con i gol di Rashford, Antony e Casemiro. Ma non mancano i tifosi che sottolineano come David De Gea — liberato a parametro zero dopo 12 anni e probabilmente destinato a Siviglia — sarà rimpianto a Old Trafford.

D’altronde Onana, che il tecnico olandese Eric Ten Hag ha voluto fortemente al punto da convincere lo United a sborsare 55 milioni tra cartellino e bonus, gioca spesso con i piedi posizionandosi tra area e centrocampo e favorendo così l’avanzamento della linea dei difensori, una scelta che rischia di rivelarsi pericolosa in caso di perdita del possesso palla. Ma anche, ed è un fattore con cui ora l’Inter dovrà fare i conti, favorendo la ripartenza.

Ai Mondiali di Qatar 2022 proprio per questo aveva litigato con il commissario tecnico Rigobert Song che, dopo la prima partita contro la Svizzera, aveva chiesto al suo titolare di cambiare il suo stile di gioco, per privilegiare uno stile «più tradizionale», non sopportando certe sue uscite dall’area pericolose e certi passaggi a dir poco avventati. Poi erano nate liti per questo e altri motivi e Onana era stato rispedito a casa tra la seconda e la terza partita (costata poi l’eliminazione a tutta la Nazionale dei Leoni indomabili).

Tornando all’esperienza con lo United, al suo esordio Onana era stato protagonista non tanto della sconfitta (2-3) contro il Borussia Dortmund, quanto di uno sfogo furioso con il nuovo compagno Maguire che, per un errore difensivo, aveva consentito a Sébastien Haller di arrivare al tiro.

Settimana prossima, lunedì 14, lo United sarà impegnato nell’esordio nella nuova Premier League contro il Wolverhampton.

Le azzurre, comunicato contro tutti: dalla Figc alla c.t. uscente Bertolini

Le avventure che finiscono schiantandosi contro il muro hanno sempre del veleno nella coda. Dal volo che in queste ore sta riportando a casa la Nazionale di calcio femminile malamente eliminata al Mondiale in Nuova Zelanda, mentre la Federcalcio prosegue i suoi sondaggi per trovare il rimpiazzo di Milena Bertolini in panchina (la c.t. ha il contratto in scadenza a fine agosto, il candidato ideale per i federales è Carmine Gautieri, detto il Gaucho quando giocava, una carriera da allenatore nelle serie periferiche), piove il post su Instagram di Cristiana Girelli, numero 10 azzurro a segno contro l’Argentina al debutto ma poi molto poco utilizzata, condiviso e rilanciato dagli account di tutte le compagne di squadra. «Con rabbia e dispiacere noi ragazze esprimiamo il nostro punto di vista» inizia il j’accuse collettivo. «Noi ragazze ci abbiamo sempre messo la faccia, senza tirarci indietro, mai. Prendendoci le nostre responsabilità, sempre. Questa volta, però, ci teniamo ad esprimere anche il nostro punto di vista. Il rammarico è ancora molto forte perché la voglia di riscatto in questo Mondiale era tanta. Sapevamo di arrivare da un Europeo deludente e abbiamo imparato dai nostri errori».

Poi un passaggio in cui sembrerebbero prendersela con Bertolini, la ct che al Mondiale ha avviato il rinnovamento che il prossimo commissario tecnico poterà a compimento: «Sono state fatte tante dichiarazioni ma l’unica che condividiamo e sentiamo nostra riguarda l’intesa che si è creata tra di noi». La frase successiva, invece, sembra una cartolina con destinatario via Allegri, Roma: «Non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia». L’assenza sugli spalti del Mondiale dei vertici della Figc, al contrario degli omologhi delle altre Nazionali, è stata notata, così come quella di Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, nuovo presidente della Divisione calcio femminile della Federcalcio rimasta in Italia. «Tutto questo non è bastato perché in campo, evidentemente, è mancato qualcos’altro – prosegue la lettera aperta -. In Nazionale c’è un blocco di 16 ragazze di Roma e Juventus che hanno fatto qualcosa di importante in Champions League. Pensiamo dunque sia lecito domandarsi come mai una Nazionale formata da quel blocco di giocatrici, impreziosita da calciatrici di altri club importanti e da giovani di talento, faccia così tanta fatica prima a un Europeo e poi a un Mondiale».

Pagelle Italia-Sudafrica ai Mondiali femminili: Orsi peccato mortale, Bonansea spenta. Dragoni e Beccari sono il futuro

E’ la domanda che vorremmo rivolgere alle calciatrici, selezionate da Bertolini pescando principalmente nelle due realtà più importanti del campionato italiano. E poi ancora: «Siamo convinte che avremmo potuto ottenere risultati diversi se solo fossimo state messe nelle condizioni di poterlo fare». Cosa è mancato, quindi? Finanziamenti (l’Italia è stata tra le prime Nazionali a sbarcare down under per permettere alle giocatrici l’adattamento al fuso e la trasferta era stata preceduta da un corposo raduno a Riscone di Brunico), vicinanza della Federcalcio, giocatrici lasciate a casa dalla c.t.? Era sbagliato il modulo con cui sono state messe in campo? E’ stata scelta la formazione più debole? Difficile leggere tra le righe di una compagnia delle celestine demoralizzata dall’eliminazione con il Sudafrica in seguito a un clamoroso autogol, forse parlare un po’ più chiaro – una volta che lo si vuole fare – avrebbe aiutato anche chi le ascolta. Infine la promessa: «Noi lavoreremo ancora più duro per migliorarci a livello internazionale ma dato che dagli errori si può sempre imparare ci auguriamo un futuro più presente, all’altezza della crescita del nostro calcio, per riuscire ad esprimerci al cento per cento e rappresentare il nostro Paese al meglio delle nostre possibilità». E questo finale sembrerebbe un altro affondo contro l’evanescente Figc, che pure l’anno scorso ha concesso loro lo status di professioniste. Il nome del nuovo c.t. non verrà annunciato nel corso del Consiglio federale di venerdì 4 agosto: al potenziale candidato Gautieri, che promette entusiasmo, la Federcalcio vorrebbe affiancare una figura femminile che gli faccia da guida in un ambiente che non conosce, ma finora tutti i sondaggi (tra le papabili Pamela Conti, 41 anni, palermitana, ex trequartista e attuale c.t. del Venezuela femminile) hanno dato esito negativo.

1 2 3