Trovato morto Jean Pellissier, ex azzurro di scialpinismo e skyrunning: aveva 51 anni

Di primo piano anche i risultati ottenuti nello scialpinismo, a partire dalla vittoria, nel 2004, della Patrouille des glaciers (Svizzera) e del Tour du Grand Paradis e, nel 2007, del Trofeo Mezzalama. Adesso gestiva un negozio di articoli sportivi a Martigny, in Svizzera.

 

Jean Pellissier, ex azzurro di skyrunning e scialpinismo, è stato trovato morto nella sua casa di Saint-Vincent. Si è tolto la vita a 51 anni. A scoprire venerdì il corpo è stato un amico. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Tra i pionieri dello skyrunning in Valle d’Aosta, era tra gli organizzatori della Monte Zerbion Skyrace. Tra i suoi migliori piazzamenti nello skyrunning si segnalano i terzi posti ai campionati mondiali assoluti di Cervinia nel 1998 e, l’anno dopo, al circuito mondiale Skymarathon ad Aspen (Stati Uniti), oltre al record mondiale di scalata in velocità dell’Aconcagua (Argentina) nel 2000 e diversi primi posti in gare di rilievo internazionale.

Giro d’Italia 2024: tappe, altimetrie e planimetrie. Svelati i segreti del percorso

Trento, 13 ottobre 2023 – Il velo sul percorso integrale del Giro d’Italia 2024, in programma dal 4 al 26 maggio 2024, si è finalmente sollevato. In realtà, la Grande Partenza dal Piemonte e in particolare da Venaria Reale era già nota, insieme al tracciato delle prime 4 tappe: le restanti 17, quelle che condurranno all’arrivo finale di Roma, si preannunciano scoppiettanti e ricche di spunti per immaginarsi un’edizione della Corsa Rosa ancora più emozionante della scorsa, quella che ha incoronato Primoz Roglic, presente sul palco del Teatro Sociale di Trento insieme a Vincenzo Nibali, Peter Sagan, Jai Hindley e Filippo Ganna. In contemporanea, viene presentato anche il ‘Trofeo Infinito‘, il premio del Giro d’Italia Women 2024, la nuova creatura firmata RCS. A presenziare a questa fase dell’evento ci sono due campionesse del calibro di Elisa Longo Borghini e Letizia Paternoster, che in coro dichiarano la propria emozione in vista della prossima stagione e delle novità che porterà con sé.

Fotogallery: altimetrie e percorso delle 21 tappe

Il percorso

 Tornando al Giro d’Italia 2024, a parlare sarà un inizio shock subito nel segno di due salite tutt’altro che banali (Colle di Superga e Colle della Maddalena) che fungeranno da antipasto nei confronti delle tante altre in programma. Una su tutte: lo Stelvio, Cima Coppi dell’edizione 107 della Corsa Rosa. In totale le tappe di montagna saranno 5, con 4 arrivi in salita: completeranno il quadro 8 tappe mosse, 6 tappe dedicate ai velocisti e 2 cronometro. Le insidie saranno però dietro l’angolo: un esempio sono i 14 km di sterrato che richiameranno il percorso della Strade Bianche.

Le tappe

Tappa 1 – Venaria Reale-Torino (136 km)

Pronti, via e la carovana dovrà scalare il Colle di Superga e il Colle della Maddalena: subito due salite di tutto rispetto che porteranno con sé anche due suggestioni importanti. Nell’ordine, il ricordo del 75esimo anniversario della strage che distrusse il Grande Torino e una delle ascese più prestigiose della storia del ciclismo, con la grande impresa compiuta da Fausto Coppi nel 1949 come emblema.

Tappa 2 – San Francesco al Campo-Santuario di Oropa (Biella) (150 km)

Da un campione a un altro: il primo arrivo in salita riporta la memoria al 1999, quando Marco Pantani trionfò a Oropa nonostante un salto di catena che lo costrinse a rimontare ben 49 corridori. Prima ancora, esattamente in sede di partenza, il pensiero andrà al celebre velodromo che ha dato il via a diverse carriere di tutto rispetto: tra esse, anche quella di Filippo Ganna.

Tappa 3 – Novara-Fossano (165 km)

Al netto di un GPM piazzato nella prima parte della frazione e sempre a meno di sorprese dagli eventuali fuggitivi, al Giro d’Italia 2024 entreranno in scena anche i velocisti, che comunque dovranno fare i conti con un finale in leggera ascesa che potrebbe fare una bella e inattesa scrematura.

Tappa 4 – Acqui Terme-Andora (187 km)

La Grande Partenza si chiude ufficialmente con il saluto al Piemonte prima dell’ingresso in Liguria tramite una tappa che, praticamente quasi a metà percorso, proporrà il Colle del Melogno: di fatto l’unica altimetria di giornata, nonché la rampa di lancio ideale per un attacco dalla distanza.

Tappa 5 – Genova-Lucca (176 km)

Dalla Liguria alla Toscana tramite una frazione mossa che strizza ancora l’occhio agli attaccanti dalla medio-lunga distanza e, in un certo senso, anche a uno degli snodi clou della Tirreno-Adriatico (Camaiore).

Tappa 6 – Viareggio-Rapolano Terme (177 km)

C’è invece un sapore di Strade Bianche in una frazione che potrebbe creare qualche grattacapo ai corridori poco avvezzi allo sterrato e alla polvere (o, in caso di pioggia, al fango).

Tappa 7 – Foligno-Perugia (cronometro individuale) (37,2 km)

La classifica generale potrebbe subire un primo scossone in occasione della prima delle 2 cronometro in programma: la prima parte della frazione sarà completamente adatta agli specialisti delle corse contro il tempo, mentre la seconda richiederà delle discrete abilità quando la strada sale, con tanto di GPM all’arrivo.

Tappa 8 – Spoleto-Prati di Tivo (153 km)

Si sale decisamente tanto in una frazione che proporrà 3 GPM: per la precisione la Forca Capistrello, la Croce Abbio e l’ascesa finale, segnata come GPM di prima categoria.

Tappa 9 – Avezzano-Napoli (206 km)

Si viaggia nel segno della bellezza in una frazione che riporterà il Giro in Campania e per la precisione nel capoluogo, raggiungo tramite il suggestivo passaggio a Monte di Procida.

Tappa 10 – Pompei-Cusano Mutri (Bocca della Selva) (141 km)

Ancora bellezza, storia ma pure tanta fatica nella frazione successiva che, dopo una prima parte relativamente semplice, proporrà 2 GPM, tra cui quello che condurrà all’arrivo con pendenza massime del 10%. Da non sottovalutare neanche la salita di Camposauro, dove le pendenze toccano addirittura il 13%.

Tappa 11 – Foiano di Val Fortore-Francavilla al Mare (203 km)

Al netto della lunghenza, si rifiata nella frazione seguente che, dopo una prima parte piuttosto mossa, proporrà una marcia verso l’arrivo quasi totalmente piatta.

Tappa 12 – Martinsicuro-Fano (183 km)

Una frazione che ricorda una Classica nel segno di muri e di strappi brevi ma intensi prima dell’insidioso arrivo di Fano: un chiaro invito a distanza a qualche grande interprete delle corse di un giorno?

Tappa 13 – Riccione-Cento (179 km)

La frazione sulla carta più facile del Giro nel segno di un percorso totalmente piatto: al netto delle ben note insidie della strada, è solo un meritato giorno di riposo prima delle difficoltà atroci dell’ultima parte della Corsa Rosa.

Tappa 14 – Castiglione delle Stiviere-Desenzano sul Garda (cronometro individuale) (31 km)

Si comincia dalla seconda e ultima cronometro del Giro, stavolta chiaramente adatta agli specialisti.

Tappa 15 – Manerba del Garda-Livigno (Mottolino) (220 km)

Si passa dai 5 GPM della frazione successiva, che proporrà tra gli altri la salita di Aprica, la Forcola di Livigno e quella verso l’arrivo, con pendenze massime del 18%.

Tappa 16 – Livigno-Santa Cristina Valgardena (202 km)

Si passa anche dal terribile Stelvio, la Cima Coppi di questo Giro che sarà affrontata nella prima parte di una frazione che si chiuderà con altri 2 GPM in cui le pendenze massime toccheranno il 15%.

Tappa 17 – Selva di Val Gardena-Passo Brocon (159 km)

Si continua a salire grazie ad altri 5 GPM da scalare, tra cui il Passo Brocon, che torna al Giro dopo una lunghissima assenza: il secondo versante proporrà pendenze del 14% a chiusura di una giornata durissima.

Tappa 18 – Fiera di Primiero-Padova (166 km)

La carovana rifiaterà prima delle fatiche finali e lo farà con un altro grande ritorno: quello di Padova e del suo arrivo.

Tappa 19 – Mortegliano-Sappada (155 km)

Dopo uan prima parte apparentemente pedalabile, la frazione si impennerà grazie a 3 GPM: a spaventare è in particolare il Passo Duron e le sue pendenze massima del 18%.

Tappa 20 – Alpago-Bassano del Grappa (175 km)

L’ultima possibilità per cambiare il volto alla classifica generale: non c’è l’arrivo in salita, ma la doppia scalata al Monte Grappa e alle sue pendenze massime del 14% può davvero far saltare il banco.

Tappa 21 – Roma-Roma (126 km)

Ancora una volta saranno Roma e le sue bellezze a far calare il sipario sul Giro: il modo migliore per salutare le tante meraviglie dell’Italia.

Vincenzo Nibali chiama Tadej Pogacar

Le parole di Vincenzo Nibali

Vincenzo Nibali dopo aver svelato il percorso del Giro d’Italia 2024 ha parlato ai microfodi di InBici. “Mi è stato chiesto solo qualche settimana fa, ho accettato questa nuova sfida. Mi hanno detto che sono stato anche bravo e accetto di buon grado questo apprezzamento“.

“Un Giro molto bello, particolare rispetto agli ultimi anni: mi piace. Se fossi stato in gara, avrei avuto qualche dubbio nelle prime tappe poiché al solito non ero al massimo della mia forza. Sarebbe stato un Giro difficile per me, ma molto bello da affrontare. Cima Grappa? La conosco, so a cosa si va incontro. Una salita davvero molto dura e scalarla per due volte non è roba da poco. Può essere una tappa chiave per la classifica“.

“Una presenza di Pogacar sarebbe stimolante per il pubblico”, ha concluso.

Italia oro e argento nelle cronometro miste degli Europei

Italia oro e argento nelle cronometro miste degli Europei

La formazione mista dell’Italia composta da Edoardo Affini, Mattia Cattaneo, Matteo Sobrero, Elena Cecchini, Vittoria Guazzini e Soraya Paladin ha conquistato in Olanda la medaglia d’argento nella prova Elite di Team Relay Mixed agli Europei di ciclismo in Olanda. L’oro è andato alla Francia, e il bronzo alla Germania.

Gli azzurri erano primi all’intermedio, dopo la prova del terzetto maschile, con 20″ di vantaggio sui francesi, ma poi le tre ragazze d’Oltralpe, sotto la pioggia, hanno ribaltato la situazione e così la Francia alla fine ha avuto la meglio sull’Italia per 4 secondi.

In precedenza l’Italia, sempre nella cronostaffetta mista, aveva vinto l’oro a livello juniores, con Andrea Bessega, Luca Giaimi, Andrea Montagner, Eleonora La Bella, Alice Toniolli e Federica Venturelli, che avevano percorso i 38,4 km della prova in 48’14″15.

Di notevole impatto in particolare la prova delle ragazze, che hanno rimediato a una caduta dei loro tre colleghi che aveva rallentato il terzetto azzurro. Argento alla Germania, staccata di 25″, e bronzo alla Francia, a 42″.

Ciclismo, Nathan Van Hooydonck ricoverato in gravissime condizioni

Nathan Van Hooydonck ricoverato in gravissime condizioni

Dal Belgio arriva una drammatica notizia riguardante Nathan Van Hooydonck: il corridore della Jumbo-Visma, 27 anni, è ricoverato in condizioni gravissime in ospedale dopo un incidente automobilistico. Accanto al ciclista, in auto, c’era anche la moglie incinta di otto mesi, rimasta illesa ma comunque portata in ospedale per accertamenti.

Secondo quanto riferito da ‘Het Laatste Nieuws’, Van Hooydonck ha perso il controllo della sua auto all’altezza di un incrocio nel centro di Kalmthout, cittadina delle Fiandre. L’incidente ha coinvolto altri veicoli e ferito lievemente altre due persone.

Gaston Van Tichelt, sindaco del paese natale di Van Hooydonck, Essen, ha espresso la sua apprensione proprio ai microfoni di ‘HLT’: “Avevamo sentito di un brutto incidente a Kalmthout, con un 27enne in gravi condizioni. Poi ci hanno detto che era Nathan… I miei pensieri vanno a lui e alla sua famiglia, speriamo vada tutto per il meglio. Incrociamo le dita”.

Grischa Niermann, direttore sportivo della Jumbo-Visma attualmente in Spagna per la Vuelta, si è detto scosso e attende a sua volta notizie dal Belgio: “Al momento non sappiamo più di quel che dicono i media – ha detto a ‘GCN’ -. E’ una notizia molto dura per noi e per i corridori. Preghiamo per lui e per la sua compagna”.

Mondiali di atletica, 200 metri: stop per Tortu e Desalu eliminati nelle batterie

Strada sbarrata per Filippo Tortu e Fausto Desalu che escono di scena nelle batterie dei 200 metri maschili e mancano il pass per le semifinali dei Mondiali di atletica di Budapest. Il 25enne milanese, tesserato Fiamme Gialle, conclude la sesta batteria al quarto posto in 20″46; mentre il 29enne di Casalmaggiore, anche lui delle Fiamme Gialle, conclude la prima serie al sesto posto in 20″49 (suo miglior crono stagionale). Entrambi gli azzurri, insieme d’oro nella 4×100 olimpica di Tokyo2020, restano fuori dal lotto dei 24 ammessi alle semifinali per pochi centesimi. L’ultimo dei qualificati, infatti, è il brasiliano Renan Correa con il tempo di 20″44.

Ciclista paralimpico senza le braccia premiato con un orologio da polso, la sua reazione è ironica e geniale

Ricardo Ten, 47 anni, è un atleta paralimpico spagnolo. Un campione di ciclismo, che ai Mondiali di Glasgow ha fatto incetta di successi. E che ha dimostrato di essere anche un campione di savoir-faire.

Perché con la sua ironia ha messo a tacere le polemiche che hanno investito l’organizzazione per la cerimonia della sua premiazione dopo la conquista della medaglia d’oro per la vittoria nello scratch test C1.

Ricardo Ten e la premiazione a Glasgow

Da Glasgow Ten ritorna con 4 ori al collo. E dopo la vittoria dell’ultimo è arrivato per lui un ulteriore premio. Un orologio da polso. Niente di strano. Non fosse che il corridore iberico non ha le braccia. Entrambe gli sono state amputate (insieme a una gamba) fino al gomito dopo un incidente – nel quale rischiò anche di morire – in cui rimase coinvolto da bambino. Toccò alcuni cavi dell’alta tensione e riuscì comunque a sopravvivere nonostante le necessarie amputazione che dovette subire. Ma che non gli hanno impedito di diventare un atleta paralimpico di successo (ha rappresentato la Spagna in diverse edizioni dei Giochi Paralimpici). 

IL VIDEO

Il video della consegna del premio è diventato virale. Critiche furbonde sono state sollevate per la «poco opportuna premiazione» da parte dell’organizzazione dei mondiali. Ma ci ha pensato lo stesso Ten a intervenire per sedare le polemiche con un video sui social nel quale ringrazia per quel premio con ironia e intelligenza. «Grazie per aver creduto in questo super mondo dell’inclusione», ha scritto dal suo account Twitter. Nella clip ha condiviso la sequenza di immagini nelle quali gli veniva chiesto che ore fossero e mostrava l’orologio messo al moncone del braccio sinistro. Classe in pista, e anche fuori.

Ganna, perché è stata la cronometro più bella della sua vita e perché Evenepoel l’ha battuto

Puoi disputare la cronometro della tua vita per la mostruosa potenza scaricata sui pedali e la perfetta distribuzione delle forze in una lunghissima ora di gara, puoi superare Tadej Pogacar (Pogacar, il marziano) partito quasi tre minuti prima di te, puoi battere tutti i rivali di sempre ma finire comunque battuto da qualcuno. È successo ieri ai Mondiali di Glasgow (ma si è corso nello storico villaggio di Stirling) al Filippo Ganna forse più bello di sempre nella sfida contro il tempo.

In un contesto di avversari distanziati, affondati, distrutti lungo un percorso severissimo, a battere il piemontese e privarlo del terzo titolo in carriera è riuscito solo quel fenomeno tascabile di . Primo il belga (47,8 km a quasi 52 di media), secondo SuperPippo a soli 12”, terzo (19 anni, 1 metro e 95, potenzialmente un fenomeno per il futuro) il bimbetto inglese Joshua Tarling a 48”. Il resto del mondo, molto lontano: un Wout Van Aert scombussolato a 1’47” («Sono andato forte, non capisco come hanno fatto a staccarmi così»), Geraint Thomas decimo a oltre 2’ (bravo Mattia Cattaneo a staccarlo di due posizioni) così come il campione uscente Foss e lo specialista svizzero Kung. Pogacar, ferito nell’orgoglio ma soprattutto stanchissimo dopo la prova in linea, è arrivato a 3’ abbondanti.

Partito sparato sfidando forti folate di vento laterali, Ganna aveva 4” di vantaggio su Evenepoel al primo rilevamento, 12” di ritardo al secondo, 10” al terzo e ne ha accumulati soltanto altri due nel ripido lastricato finale, del tutto inadatto a un colosso di 85 chili. In sintesi, è stato bravissimo. «Sono qui in Scozia da due settimane — ha detto il portacolori della Ineos — e tra la pista e la crono di oggi ho vinto tre medaglie. Non posso che essere contento, non ho nulla da recriminare e devo solo fare i complimenti a Remco che questa volta è andato più forte». A mente fredda poi Ganna ha aggiunto: «Guardando ai numeri la prestazione c’è stata, altri corridori che puntavano alla medaglia sono finiti lontani. È difficile mettere insieme strada, pista e strada: sono due esercizi differenti. Nel velodromo ti giochi tutto in quattro minuti, nella crono in un’ora».

A 23 anni Remco Evenepoel è il più giovane campione di sempre e il primo belga a vincere il Mondiale a cronometro tra i professionisti, che abbina a quello in linea dello scorso anno. Le sue prestazioni, a fronte di una taglia ridotta rispetto allo specialista standard, continuano a stupire: per poter battere Ganna anche in pianura Evenepoel sa compensare la minor potenza assoluta con una aerodinamicità mai vista prima: in bici è praticamente parallelo al terreno.

Il piccolo Cannibale, come sempre, ama stuzzicare. «Potevo andare molto più forte — ha spiegato — ma quando a metà gara mi sono accorto che stavo spingendo 15 watt in più di quanto previsto senza gran fatica ho capito che la giornata era quella giusta. Non era il percorso perfetto per me, ma ho dato il massimo perché questo era davvero il mio obiettivo stagionale».

Nel tratto finale Remco (la Ineos di Ganna sarebbe disposta a pagare una maxi penale pur di strapparlo alla Soudal-Quick Step) ha anche chiesto ai suoi tecnici in ammiraglia di darsi una calmata nell’incitarlo: come dire, a darmi il ritmo so pensarci da solo. Ganna ed Evenepoel — entrambi usciti precocemente dal Giro d’Italia perché contagiati dal Covid — si ritroveranno tra 15 giorni alla Vuelta di Spagna: il belga cercherà il bis, Ganna la maglia di leader nella cronosquadre iniziale, da abbinare a quella già vestita al Giro e pensando in futuro al Tour. Per la serie «piccoli figli d’arte crescono», da segnalare il secondo posto tra gli junior dell’inglese Ben Wiggins. Il padre Bradley (Tour vinto nel 2012, dieci medaglie olimpiche, record dell’Ora), è stato il talento più irregolare e affascinante dello scorso decennio.

Morto Cesare Cipollini, ciclismo in lutto. Il fratello Mario: “Era un supereroe”

Un grave lutto colpisce il ciclismo italiano. A 64 anni è scomparso Cesare Cipollini, fratello maggiore di Mario Cipollini e come lui ciclista professionista, dal 1978 al 1990. Era nato a Belfort, in Francia, e al professionismo, al culmine di un bel percorso tra i dilettanti, lo aveva portato la Magniflex. Nel 1983 la vittoria del Giro dell’Emilia, il più prestigioso dei suoi successi, a cui negli anni ha aggiunto anche alcuni validi piazzamenti nelle classiche del ciclismo italiano, come la Coppa Bernocchi. Il figlio di Cesare, Edoardo, ciclista come il papà e lo zio, aveva vinto solo alcuni giorni fa il Giro del Veneto juniores.

Mario Cipollini ricorda il fratello: “Era un supereroe”

Commovente il ricordo di Mario Cipollini, affidato a Instagram: “La mia mente fugge a ricercare i momenti belli, questa foto ha un significato immenso per me, era appesa in una “sala” ornata di Coppe e di Trofei la foto in questione ritrae Cesare a fianco di Giuseppe Saronni. Questa foto mi riporta al mio intimo, quando da piccolo (9 anni di differenza) mi sentivo così orgoglioso di avere un fratello Campione! La mia è stata un’infanzia da fan nei suoi confronti, dai viaggi per seguirlo nelle gare, ad osservarlo in ogni momento. Ho ancora i ricordi di quando preparava la sua bici o quando preparava la valigia per andare al Giro d’Italia, e lo vedevo come un Super Eroe”.

Mondiali di ciclismo: impresa Milesi, oro nella crono U23

(ANSA) – ROMA, 09 AGO – Arriva un’altra medaglia d’oro per l’Italia ai Mondiali di ciclismo in corso a Glasgow. Lorenzo Milesi è il nuovo campione iridato nella cronometro individuale U23: un successo che mancava all’Italia da 15 anni, quando nel 2008 a vincere fu Adriano Malori. Milesi, classe 2002 di San Giovanni Bianco (BG), ha fermato il cronometro a 43’00″460 superando di 11″27 il grande favorito della vigilia, il belga Alec Segaert. Terzo l’australiano Hamish McKenzie, in ritardo di 50″79. “Non riesco a crederci – ha dichiarato Milesi -, è stata una gara durissima. Avrò bisogno di un po’ di tempo per realizzare ciò che ho fatto”. (ANSA).

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