Militanti in fuga dalla Lega, sul pratone di Pontida il test Lombardia

A Pontida la Lega di Matteo Salvini sul palco insieme a Marine Le Pen confermerà la linea “sovranista” e “nazionalista” a poco meno di un anno dalle elezioni Europee. Ma il partito, in realtà, già guarda al congresso della Lega Lombarda previsto per l’autunno.

Per il segretario federale potrebbe rivelarsi più insidioso del congresso nazionale della Lega, che con ogni probabilità si terrà nel 2024. Probabilmente prima delle elezioni in altre Regioni come il Piemonte previste il prossimo anno. Ecco perché in Lombardia Salvini punterebbe alla conferma del fedelissimo Fabrizio Cecchetti come coordinatore regionale e quindi segretario nazionale della Lega Lombarda. «Quando la Lega e Salvini chiamano, la base lombarda legista risponde sempre presente, mobilitandosi come solo la nostra base sa fare, con passione e organizzazione», commenta soddisfatto Cecchetti a poche ore dal tradizionale raduno sul “pratone” di Pontida.

Lo slogan scelto quest’anno è “A difesa delle libertà”. Accompagnata dalla frase: “Chi lotta vince, in Italia e in Europa”. Previsto un palco di 50 metri e due maxischermi. Spazio anche per i gazebo: saranno 50 e ospiteranno gadget, associazioni, prodotti tipici territoriali.

La scaletta prevede anche interventi in ricordo degli scomparsi Silvio Berlusconi e Roberto Maroni. Confermato anche il tradizionale pensiero ai militanti che hanno dedicato anni alla Lega e che non ci sono più. Quando Salvini li omaggerà con il minuto di silenzio all’albero della Vita.

A guastare la festa nella corsa per la guida della Lega Lombarda, però, potrebbe arrivare la candidatura dell’ex parlamentare leghista Paolo Grimoldi, tra i fondatori del Comitato Nord, che lo scorso anno provarono a contestare la linea di Salvini, ma che poi furono fermati da Umberto Bossi. «So che siete delusi, che non si parla più di padroni a casa nostra e che manca completamente un progetto politico — ha dichiarato recentemente Grimoldi sul calo degli iscritti nella Lega — . Ma rinnoverete comunque la tessera. Non è abbandonando la nave che potremo cambiare le cose. Restiamo insieme e prepariamoci ai congressi». Poi ha aggiunto: «Nel 2022 la Lega ha perso circa la metà dei militanti e per quest’anno le previsioni non sono migliori».

In lizza per la carica di segretario nazionale della Lega Lombarda potrebbe correre l’attuale capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo. C’è chi non esclude nemmeno l’arrivo di un outsider come il sottosegretario al Viminale Nicola Molteni, che è di Cantù. Salvini pur di evitare conflitti interni punterebbe ad una candidatura unitaria. Per evitare le sconfitte patite nei congressi provinciali di Bergamo o Brescia, dove ha vinto Roberta Sisti vicina al Comitato Nord. Come Simone Bossi che ha vinto a Cremona. Lodi dove ha prevalso Jacopo Vignati. I salviniani hanno salvato Varese, dove Andrea Cassani ha vinto ma solo per dodici voti. E Como dove è stata riconfermata Laura Santin, moglie del coordinatore regionale Cecchetti.

La data del congresso della Lega Lombarda non è stata ancora fissata. Ufficialmente in attesa che si svolga il congresso di Monza, ma, in realtà, anche perché Salvini non vorrebbe correre rischi.

Covid, per l’Istituto Mario Negri “le forme più gravi e la strage nella bergamasca dovute al gene Neanderthal”

E’ molto probabile che le persone che hanno avuto le conseguenze più pesanti dopo aver contratto il Covid fossero geneticamente predisposte. Quel 10 per cento di “casi gravi” che si sono verificati durante la pandemia e in particolare nella primavera del 2020 nella zona dell’alta Val Seriana, sarebbero stati favoriti dalla presenza in determinati individui di alcuni geni – associati a questo rischio di complicazioni dopo l’infezione – che sono arrivati alla popolazione moderna della bergamasca addirittura dagli uomini di  Neanderthal. Si tratta in particolare del genoma di Vindia, risalente a 50.000 anni fa ed individuato in Croazia. La ricerca dimostra come chi è stato esposto al virus ed è portatore della variazione genetica del gene di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi tre volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva

La notizia esce dalla presentazione dell’ultima ricerca scientifica sul Covid, fatto a Milano nella sede della Regione, Palazzo Lombardia, alla presenza del governatore Attilio Fontana. Lo studio ha impegnato una grande equipe di ricercatori dell’Istituto Mario Negri impegnata in 2 anni di analisi per ricostruire la relazione fra i fattori genetici delle persone che si sono ammalate anche all’interno della stessa famiglia e la gravità della malattia Sars- Cov-19 nella provincia di Bergamo, che come si ricorderà è stato il primo epicentro della pandemia, il luogo dove addirittura forse essa si è sviluppata in modo più cruento rispetto a tutto il resto dell’Europa.

L’indagine, intitolata Origin è pubblicata sulla rivista “iScience” e ha dimostrato che una determinata area del genoma umano si legava al rischio di contrarre il virus in forma grave, soprattutto analizzando l’incidenza sui nei residenti delle aree più colpite dal virus.

Lo studio ha potuto contare sulla partecipazione di circa diecimila (9.733) Cittadini, soprattutto fra coloro che vivevano nelle zone di Nembro, Albino e Alzano lombardo, i tre Comuni dove ci fu una vera e propria strage, nei giorni in cui le autorità tentennarono ad adottare le misure della zona rossa. Per arrivare all’importante risultato sono stati mobilitati tantissimi cittadini, ex pazienti e loro famigliari, attraverso i sindaci dei Comuni, ma anche attraverso i medici di base, i farmacisti e persino i bibliotecari e membri di diverse associazioni. Tutti interessati a capire di più perché proprio in quelle terre operose la pandemia sia stata così violenta e crudele. 

“Quando abbiamo visto che in tutta quest’area c’era una frequenza di malattie gravi e di morti che erano 850 volte superiori a quello che uno si poteva aspettare – ha spiegato in Regione il direttore dell’istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi – ci siamo chiesti perché qualcuno si ammalava in modo grave e qualcun altro in modo lieve”. La scoperta definita “sensazionale” fatta dal team di Remuzzi è che ben “tre dei sei geni associati a questo rischio sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal: si tratta in particolare del genoma di Vindia, che risale a 50.000 Anni fa ed è stato trovato in Croazia. Una volta forse proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, adesso però causa un eccesso di risposta immune che non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa”. Infatti, come afferma il direttore dell’istituto, “le vittime del cromosoma di Neanderthal nel mondo sono forse 1 milione e potrebbero essere proprio quelle che, in assenza di altre cause, muoiono per una predisposizione genetica”.

Due di questi tre geni sono capaci di di richiamare i globuli bianchi e causare infiammazione durante le infezioni, e mentre il terzo gene regola lo sviluppo e la funzione delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie, condizionando le diverse manifestazioni della malattia. 

Su questo tema in tutto il mondo ci sono stati vari studi che hanno portato ad analoghe considerazioni, ma il Mario Negri è riuscito ad individuare esattamente quali sono stati i geni che hanno aperto la via alle infezioni gravi che hanno portato alla morte di tante persone nella prima e nella seconda ondata. La Lombardia è stata la regione italiana che ha pagato il numero più alto di vittime al virus, oltre 46 mila dall’inizio del 2020.

I campioni di Dna sono stati analizzati mediante una tecnologia in grado di leggere centinaia di migliaia di variazioni (polimorfismi) su tutto il genoma, così sono state analizzate per ogni partecipante circa 9 milioni di varianti genetiche, rilevando la regione del Dna responsabile delle diverse manifestazioni della malattia.

In questa regione, alcune persone (circa il 7% della popolazione italiana) hanno una serie di variazioni dei nucleotidi (le singole componenti che costituiscono la catena del Dna) che vengono ereditati insieme e formano un “aplotipo”, ovvero l’insieme di queste variazioni.

“I risultati dello studio – spiega Marina Noris, Responsabile del Centro di genomica umana dell’Istituto Mario Negri – dimostrano che chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi tre volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica rispetto ai soggetti che non hanno questo aplotipo”.

Il presidente Fontana, che ha partecipato al convegno assieme all’assessore alla Sanità Guido Bertolaso, ha commentato: “Il risultato apre uno scenario che senza dubbio potrà aiutare ad affinare le cure e magari impedire che il virus possa mietere altre vittime nei soggetti a rischio. Tutto ciò però non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata la collaborazione delle comunità coinvolte nella ricerca, dei sindaci, delle associazioni di volontariato, farmacie, istituti scolastici, Diocesi, personale sanitario di Ats, Papa Giovanni XXIII, Asst Bergamo Est, medici di base, che si sono messi a disposizione. A loro il mio ringraziamento più grande a nome dell’intera Regione Lombardia”.

Uccide il figlio a coltellate: “Gli ho negato i soldi per la droga e lui ha distrutto la sua stanza. Alla fine sono esploso”

Bottanuco (Bergamo) – Voleva dei soldi. Ne aveva bisogno. Era ricaduto nella tossicodipendenza? Per i genitori sì, pur non sapendo specificare quali sostanze assumesse. Giambattista Corna, 54 anni, in passato aveva fatto uso di cocaina e eroina.

Dopo sette anni in comunità a Brescia, sembrava essersi disintossicato ma continuava a frequentare il Sert. Domenica chiede 20 euro al padre Paolo, 77 anni, ora in carcere per omicidio volontario aggravato dal grado di parentela: 20 euro, pochi, certo, ma non era la prima volta. E infatti all’ennesima richiesta la situazione ha preso una deriva mortale: un dramma familiare, come a Cavernago.

Gianbattista Corna chiede i soldi, il padre si rifiuta di assecondarlo anche perché glieli ha già dati. Litigano, il figlio spintona il padre e la madre Giuseppina Verzeni, in cucina. Sembra finita lì. Ma non sarà cosi, purtroppo. Giambattista, operai o che viveva con i genitori, va in camera e si sfoga spaccando quello che gli passa tra le mani.

Il padre, esasperato, afferra un coltello con una lama di 20 centimetri e colpisce il figlio tre volte all’addome, per poi chiamare lui stesso il 112. Il figlio stramazza a terra e muore sotto gli occhi del genitore.

Ecco come sono andate le cose domenica in via Casterlotto 24, a Bottanuco. È la ricostruzione effettuata finora attraverso la testimonianza di Paolo Corna (sentito per ore dal pm Letizia Aloisio) e della moglie. Quando sono arrivati i carabinieri della stazione di Capriate San Gervasio e i colleghi del Nucleo Radiomobile di Treviglio, per il cinquantaquattrenne non c’era più nulla da fare. Il padre, assistito per ora da un avvocato d’ufficio, ha ammesso le proprie responsabilità. Ha dichiarato di aver agito in preda all’esasperazione.

Domenica i carabinieri erano già intervenuti, non molto tempo prima della seconda chiamata al 112, ma la situazione era sotto controllo, il cinquantaquattrenne stava dormendo. Giambattista lavorava, ma i genitori gestivano il suo stipendio; chiedeva loro il denaro, con una certa insistenza nei fine settimana.

Una volta aveva spinto la mamma, facendola cadere. Da sette anni era tornato a vivere con i genitori. Per capire se anche domenica fosse sotto l’effetto di qualche sostanza, verranno effettuate le analisi tossicologiche al termine dell’autopsia, che potrebbe essere fissata per venerdì.

Recentemente la vittima era stato sottoposto all’esame del capello, e ora si attendono i risultati per stabilire se effettivamente avesse avuto una ricaduta. L’interrogatorio di convalida non è stato ancora fissato.

Padre uccide figlio tossicodipendente a coltellate. Poche ore prima erano intervenuti i carabinieri per una prima lite

Tre coltellate, dopo l’ennesima lite. In mezzo la droga. Il 77enne Paolo Corna ha ucciso il figlio, Giambattista di 54 anni tossicodipendente, con cui i rapporti erano ormai deteriorati. Lo ha colpito in casa, in via Castelrotto a Bottanuco (Bergamo) davanti alla moglie, mamma della vittima. Ha poi chiamato il 112 per raccontare cosa aveva fatto e non ha opposto resistenza all’arresto: è stato portato alla caserma dei Carabinieri di Treviglio (Bergamo) per essere sentito dal sostituto procuratore Letizia Aloisio.

Già nel primo pomeriggio erano intervenuti i carabinieri per una prima lite, poi sedata. 

L’uomo ha spiegato di aver accoltellato il figlio: tre i fendenti che gli avrebbe sferrato, anche se la conferma si avrà soltanto dall’autopsia che verrà disposta nei prossimi giorni.

Padre uccide a coltellate il figlio al culmine di una lite nel Bergamasco

Un uomo di 80 anni ha ucciso a coltellate il figlio di 54, a Bottanuco (Bergamo), al culmine di una lite nella casa del genitore, in via Castelrotto. Il figlio è morto sul colpo, raggiunto da alcuni fendenti all’addome: vani i soccorsi del 118. Sul posto per i rilievi i carabinieri di Treviglio.

Sarebbe stato lo stesso genitore a dare l’allarme chiamando i soccorritori e avvisando i carabinieri che lo hanno arrestato.

Il biglietto di un artigiano del Cinquecento ritrovato durante il restauro dell’organo del Duomo Vecchio di Brescia

Sembra un episodio uscito dalle pagine di un romanzo d’avventura, ma si è verificato nei giorni scorsi nel Duomo Vecchio di Brescia, dove la squadra impegnata nel restauro degli affreschi di Girolamo Romanino e dell’organo Antegnati-Serassi si è imbattuta in un biglietto del XVI secolo: il documento, risalente al 1538, era nascosto in una delle colonne lignee dell’organo ed è stato rinvenuto durante la ricollocazione delle ante, tornate al loro posto dopo essere state a lungo esposte nel Duomo Nuovo.

“Un ritrovamento del genere è molto raro, siamo stati fortunati” commenta il direttore dei lavori Giuseppe Spataro, che sta seguendo passo dopo passo le operazioni insieme al restauratore Paolo Mariani.

L’organo venne iniziato nell’ottobre del 1536 e ultimato e inaugurato nel gennaio del 1538. Lo realizzò Gian Giacomo Antegnati, membro di un’importante famiglia di organari bresciani, attiva tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVIII secolo a Brescia e nell’intero Nord Italia, ma anche in Svizzera e Germania.

Un primo intervento di restauro dell’organo fu affidato nel 1826 ai fratelli Serassi con l’obbligo di mantenere tutte le 1300 canne del XVI secolo, riconoscendo a queste solidità, dolcezza e perfezione senza pari. L’organo, oltre alle pregevoli qualità musicali, vanta anche delle ante dipinte appunto dal celebre pittore rinascimentale Girolamo Romanino.

Sebbene trovare un documento ancora leggibile non sia affatto usuale, era già capitato in passato che durante restauri di questo tipo spuntassero reperti come monete, ossa o resti di oggetti liturgici: per questo la squadra di Mariani presta sempre una particolare attenzione. Così, come riporta anche il Giornale di Brescia, sono riusciti a individuare il biglietto, che sarebbe certamente sfuggito a un osservatore distratto, viste le dimensioni ridotte.

“Era ripiegato in ben 32 parti, un quadratino quasi invisibile tra i trucioli – prosegue Spataro – Riporta due righe di testo e per decifrarle ci siamo rivolti a una delle massime esperte del settore, Barbara Maria Savy, docente di Storia dell’arte all’Università di Padova e studiosa del Romanino”.

È stata lei a fornire la trascrizione esatta e la traduzione più plausibile del biglietto, su cui si legge: “Mi Pasì da Pasira si fat questi coloni de l’orgen del dom / El dì 12 de aprilil mili 538”.

Insomma, quel biglietto rappresenta la firma di un artigiano, tale Pasì di Passirano (sempre nel Bresciano) che avrebbe realizzato le colonne dell’organo e lasciato quella traccia del suo passaggio il 12 aprile del 1538.

Una teoria suffragata dal fatto che “negli archivi si trovano testimonianze secondo le quali all’epoca a Passirano erano attivi artigiani, falegnami e carpentieri di nome appunto Pasino” continua Giuseppe Spataro.

Il prossimo 19 novembre, nell’ambito del calendario di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, è in programma un concerto di Marco Ruggeri per l’inaugurazione del restauro dell’organo.

Maltempo, a Milano in due giorni 79 millimetri di pioggia. Chiuso l’Idroscalo. Esondati l’Adda a Bormio e il torrente Arnetta. Frana a Blevio

Non si è ancora conclusa l’ondata di maltempo che ha investito la Lombardia nel weekend appena trascorso, dopo il caldo record del periodo post ferragostano: anche per oggi, lunedì 28 agosto, la Protezione civile mantiene in vigore l’allerta rossa per rischio idrogeologico sugli estremi bacini settentrionali della regione, in particolare sulla Valchiavenna. Prosegue anche oggi, lunedì 28 agosto, l’allerta meteo emessa dal Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia fino alle ore 9 di domani mattina, martedì 29 agosto: segnalata una criticità moderata (arancione) per rischio temporali, rischio idraulico e idrogeologico e una criticità ordinaria (gialla) per rischio vento forte.

Tra la scorsa notte e questa mattina sono state più di 100 le richieste di intervento arrivate al COC, Centro Operativo Comunale di Protezione Civile. Diverse le segnalazioni di allagamenti di alcuni sottopassaggi (ad esempio in via Bovisasca, via Pompeo Leoni, via Negrotto e via San Paolino) e strade (piazza Napoli, piazza Istria, via Pareto, via Lambertenghi) dovuti al temporale che ha colpito la città questa mattina, con punte di 35mm/h di pioggia in circa 15 minuti (79 mm nelle ultime 48 ore).

Segnalate anche cadute di alberi e rami, dovute al forte vento collegato ai temporali. I parchi recintati, così come i cimiteri, rimarranno chiusi per tutta la giornata di oggi, e riapriranno domattina. Si ricorda che, come stabilito dall’ordinanza sindacale vigente fino al 31 agosto, durante le allerte meteo vige il divieto di frequentazione dei parchi non recintati e delle aree verdi.

Chiuse strade in Lombardia, frana caduta a Blevio, nel Comasco

E’ della provincia di Varese e della Valchiavenna il record dei millimetri di pioggia caduti in Lombardia nelle ultime 24 ore: oltre 200 mm. Un primato non ambito a cui segue Sondrio con 120 mm. Ed ancora: 104 mm nella provincia di Lecco, 92 mm in provincia di Bergamo, 84 mm nella provincia di Como, 76 mm in quella di Brescia e 73 mm nella provincia di Milano. Il computo è fornito dall’assessore regionale alla protezione civile e sicurezza, Romano La Russa, che conferma la permanenza dell’allerta rossa fino alle 9 di domani mattina nelle zone della Valchiavenna, del Lario e delle Prealpi Varesine per andare poi verso un generale miglioramento delle condizioni meteorologiche. Gli abitanti della frazione Rino del comune di Sonico (Brescia), in precedenza allontanati precauzionalmente, per l’innalzamento del livello di guardia del torrente rabbia, hanno potuto far ritorno nelle loro case.

Il maltempo sta provocando problemi per la circolazione su diverse strade della Lombardia.  Il maltempo sta causando danni e pesanti disagi anche nel Comasco: a Blevio, comune già purtroppo interessato in passato da fenomeni simili, le intense precipitazioni hanno provocato un’esondazione nella valle di Capovico, smottamenti e fiumi di fango che hanno invaso le strade. Quattro squadre dei Vigili del fuoco di Como sono impegnate per far fronte alle decine di richieste di intervento e la strada provinciale Lariana è stata chiusa all’altezza di via Caronti (appunto a Blevio). Nel Varesotto invece è in esondazione il torrente Arnetta a Cavaria e i Vigili del fuoco stanno valutando l’evacuazione di alcune persone. Venti auto sono state danneggiate dal crollo del controsoffitto di un supermercato Lidl, la notte scorsa a Varese, a causa del maltempo. La struttura ha ceduto sotto il peso di acqua e vento. Lo hanno scoperto all’alba i proprietari dei veicoli, i quali hanno allertato il 112. Non si registrano feriti. E’ stato prorogato il divieto di accesso a tutte le aree naturalistiche di proprietà del Parco Agricolo Sud Milano, recintate e aperte, per ragioni di sicurezza e di salvaguardia dell’incolumità, subordinata all’accertamento delle situazioni di pericolo imminente, sino al 15 settembre.

A causa di una forte perturbazione temporalesca che ha colpito il territorio provinciale, si registrano decine di richieste di soccorso per allagamenti, tetti scoperchiati e piante cadute. La maggior parte delle criticità si registra nella parte sud-est della provincia: sul Saronnese si sono verificati diversi danni a coperture di edifici.

Pioggia forte a Milano, infiltrazioni d’acqua nel Palazzo di Giustizia

Infiltrazioni d’acqua nel Palazzo di Giustizia di Milano, in seguito al maltempo e alla forte pioggia di questi giorni. Una grossa bolla si è formata nel controsoffitto del terzo piano a causa di una infiltrazione nel pavimento di uno dei corridoi della procura, al quarto piano, come era già accaduto circa 8 anni fa, quando la situazione era stata risolta grazie all’intervento dei vigili del fuoco.

Anche questa volta, è stato necessario forare il rigonfiamento per consentire la fuoriuscita dell’acqua ed evitare un cedimento: il risultato è stato una mini cascata di acqua in uno dei grandi atri dell’edificio costruito tra il 1932 e il 1940 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini.

Pavimenti bagnati anche all’ufficio gip che si trova al settimo piano: lì durante la tempesta dello scorso 25 luglio, sono stati registrati i danni peggiori con diversi faldoni inzuppati e pc rovinati. Alcuni allagamenti, poi, si sarebbero registrati anche nei sotterranei. Al momento, comunque, la situazione è sotto controllo e monitorata dalla squadra di tecnici interni.

Esonda torrente in Valtellina, strade chiuse e 10 evacuati

Una decina di persone è stata fatta evacuare dalla frazione di Santa Lucia, a Valdisotto (Sondrio), in Valtellina, per precauzione per la parziale esondazione del torrente Frodolfo alla confluenza con l’Adda. Diverse strade e piste ciclabili in più paesi di Valtellina e Valchiavenna sono state chiuse sempre per il maltempo. 

Maltempo, nel Pavese resta chiuso il Duomo di Vigevano

Anche la notte appena trascorsa è stata vissuta con l’emergenza maltempo in buona parte della provincia di Pavia. La zona più colpita, come era avvenuto anche nel pomeriggio di sabato, è stata quella di Vigevano (Pavia) e della Lomellina, con pioggia e vento forte. Numerose le chiamate alla sala operativa dei vigili del fuoco di Pavia, soprattutto per alberi abbattuti e per infiltrazioni a tetti che erano già stati danneggiati dalla tromba d’aria dei giorni scorsi. A Vigevano (Pavia) restano chiusi il Duomo e i parchi cittadini. Alcune frazioni del vicino comune di Gambolò (Pavia) sono ancora senza elettricità e acqua. Meno pesante la situazione a Pavia e nel resto del territorio provinciale, dove pure i vigili del fuoco sono stati chiamati per una serie di interventi per piante cadute e allagamenti.

Sulla SS 38 dello Stelvio è esondato il fiume Adda in località Bormio

Sulla SS 38 dello Stelvio, è esondato il fiume Adda in località Bormio e si registrano rallentamenti. A causa di una frana al km 61,300, segnala inoltre Anas, è stata chiusa al traffico la strada statale 470 della Val Brembana e del Passo San Marco tra il km 59,000 e il km 72,000 lungo versante valtellinese e bergamasco. Sulla strada statale 36 Del Lago Di Como e Dello Spluga è stato chiuso il passo dello Spluga, sul versante svizzero, per frana. Sulla statale 294 di Val di Scalve il traffico è tornato regolare dopo la chiusura, questa mattina, a seguito di una tromba d’aria. Il personale Anas ha concluso la pulizia del piano viabile che ha consentito il ripristino della circolazione in piena sicurezza.

I venti saranno diffusamente da moderati a forti

Nella giornata di oggi è atteso il transito verso est della parte fredda del sistema perturbato. Sono possibili precipitazioni da moderate a forti anche a carattere convettivo su tutta la regione, ma con distribuzione spaziale irregolare, in graduale attenuazione dal tardo pomeriggio-sera a partire dai rilievi alpini. Per buona parte della giornata i venti saranno diffusamente da moderati a forti, con intensificazioni sui settori meridionali, sulle Prealpi Orientali e sulla Valchiavenna, in parziale attenuazione in serata. Prosegue inoltre il generale calo delle temperature, con lo zero termico in abbassamento a 2800-3200 metri. A Milano – dove sono come sempre sorvegliati speciali i fiumi Seveso e Lambro e già nel weekend l’assessora al Verde Elena Grandi aveva annunciato che “abbiamo deciso di tenere chiusi i parchi recintati fino alla durata dell’allerta. Analogamente resta il divieto di frequentare le aree verdi non recintate” – per oggi resterà chiuso a scopo precauzionale il Parco Idroscalo, come ha comunicato in una nota la Città Metropolitana.

Sospesi i treni alta velocità Milano Parigi

Sul fronte della circolazione ferroviaria, si protraggono i disagi per i viaggiatori che avrebbero dovuto usufruire del servizio ad alta velocità tra Milano e Parigi: i treni Milano-Modane-Parigi rimangono infatti sospesi anche nella giornata di oggi a causa di una frana caduta ieri a Saint-Andrè en Savoie, non lontano dal tunnel del Frejus, nella valle della Maurienne. Da un costone della montagna si sono staccati massi e detriti, che hanno provocato anche la parziale interruzione sull’autostrada verso sud.  In particolare, Trenitalia comunica che i treni cancellati per oggi e domani “a seguito di movimento franoso in territorio estero” sono i seguenti: • FR 9292 Milano Centrale (6:25) – Modane – Paris Gare de Lyon (13:22)

• FR 9281 Paris Gare de Lyon (7:30) – Modane – Milano Centrale (14:07)

• FR 9287 Paris Gare de Lyon (15:16) – Modane – Milano Centrale (22:07)

• FR 9296 Milano Centrale (15:53) – Modane – Paris Gare de Lyon (22:34) Il consiglio per i viaggiatori è sempre quello di consultare il sito di Trenitalia per avere tutti gli aggiornamenti del caso sulla situazione.

Danni alle linee Cremona-Treviglio e Domodossola-Arona

La forte pioggia della notte ha provocato danni alla linea ferroviaria Cremona – Treviglio, e anche Domodossola – Arona. Sul sito di Trenord si legge che “rami caduti sui binari hanno danneggiato l’infrastruttura nei pressi di Crema e hanno impedito la circolazione dei treni. Che gradualmente sta riprendendo, ma i treni registrano ritardi fino a 150 minuti. “E’ da poco terminato l’intervento dei tecnici del regolatore della circolazione ferroviaria”. Cinque corse sono state del tutto cancellate: la prima quella delle 6.35 da Cremona per Milano porta Garibaldi, fino a quella delle 8.07 da Treviglio per Cremona. Problemi simili, rami sui binari che “hanno danneggiato l’infrastruttura tra le stazioni di Arona e Belgirate, sulla linea Domodossola – Milano. La circolazione subisce ritardi fino a 30 minuti e variazioni. E’ in corso l’intervento dei tecnici per ripristinare il servizio. La corsa delle 8.26 da Domodossola per Arona è stata cancellata.

Maltempo in Lombardia, miglioramento previsto nel pomeriggio

La situazione dovrebbe comunque migliorare nel pomeriggio: il bollettino meteorologico di Arpa Lombardia parla di “tendenza a schiarite nella seconda parte del giorno a iniziare dalle Alpi e dai settori occidentali della regione”. Per domani sono attesi “nella prima parte del giorno piogge e rovesci residui su bassa pianura, Appennino e settori alpini orientali; nel pomeriggio brevi e isolati rovesci o temporali più probabili su bassa pianura e zone a est” e da mercoledì 30 agosto “residua instabilità su Alpi e settori orientali della regione con possibili rovesci o isolati temporali pomeridiani. Segue generale miglioramento, con temperature stazionarie, ventilazione debole o moderata settentrionale”. E dal Centro geofisico prealpino di Varese spiegano che “la perturbazione che ha portato piogge, temporali e aria più fresca dall’Atlantico nel fine settimana si sposta verso il Golfo Ligure, dove si forma un minimo di pressione che richiama ancora per oggi aria fresca e umida da sud-est sul nord Italia con formazione di nuvole e piogge. Da domani la bassa pressione si sposterà verso sud con graduale miglioramento sulle nostre regioni”.

Coldiretti: metà degli eventi estremi in Lombardia

Intanto la Coldiretti regionale sottolinea che oltre la metà dei 49 eventi estremi, tra tempeste di vento, fulmini, nubifragi e grandinate, che si sono abbattuti sull’Italia in soli due giorni si sono concentrati in Lombardia: è quanto emerge dall’analisi effettuata su dati Eswd (European sever weather database) in merito all’ondata di maltempo scatenata dal ciclone Poppea, che sta provocando danni e disagi nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti, smottamenti e allagamenti. Il maltempo sta colpendo dopo una lunga e intensa ondata di caldo, che in Lombardia ha fatto registrare diffusamente in pianura e sull’Appennino valori massimi tra 35 e 39°C, toccando in qualche caso anche i 40°C, con caldo anomalo per più giorni consecutivi anche sulle Alpi, secondo le rilevazioni dell’Arpa regionale.

Sfregio alla cultura Cinque giovani francesi imbrattano gli affreschi

di Michele Pusterla

Nella mattina di venerdì una pattuglia dei carabinieri forestali della stazione di Valdidentro, in Alta Valtellina, impegnata nelle consuete attività di vigilanza del territorio del Parco nazionale dello Stelvio e coordinata dal comandante Giacomo Regazzoni, ha individuato, identificato e denunciato per imbrattamento di beni culturali 5 ventenni di nazionalità francese che hanno trascorso la notte campeggiando abusivamente vicino all’antica chiesa di San Giacomo di Fraele, sulle pendici dell’omonimo lago posto a poco meno di 2000 metri di quota nel territorio di Valdidentro. Durante la notte i cinque giovani hanno acceso un fuoco sulla pavimentazione della chiesa e imbrattato con scritte e sfregi le pareti medievali affrescate.

Colti sul fatto dai carabinieri forestali, i 5 giovani hanno potuto fornire solo futili giustificazioni: “Pensavamo fossero ruderi abbandonati”. L’antica chiesa di San Giacomo è stata oggetto di un intervento di scavo archeologico condotto nello scorso mese di luglio dal Parco nazionale dello Stelvio con la collaborazione di Fondazione AEM-gruppo A2A e del Comune di Valdidentro e sotto la direzione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

L’intervento ha permesso di riportare alla luce parte dell’antica chiesa di San Giacomo e dell’attiguo cimitero, dopo che la stessa ha subito un crollo strutturale conseguente al primo riempimento del bacino artificiale di San Giacomo, avvenuto nel 1950. Gli scavi hanno fatto riemergere le pareti della chiesa, perfettamente affrescate. Informata dell’accaduto, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio sta valutando i danni che sono stati arrecati agli affreschi.

“Le scritte e i disegni che hanno imbrattato gli affreschi sono un fatto grave e rappresentano uno sfregio ad un bene culturale di cui il Parco ha promosso il recupero, la valorizzazione e per molti versi la riscoperta di questo insediamento storico d’alta quota – ha commentato il direttore del Parco nazionale dello Stelvio, Franco Claretti –. Mi auguro sia possibile un ripristino dello stato originale degli affreschi e che si renda conto della sua gravità chi ha compiuto questo gesto. Ringrazio i carabinieri forestali d di Valdidentro per il pronto intervento”.

La strana fuga delle badanti: 12mila “sparite”

Gli italiani invecchiano, più del 25% sono over 65, gli over 75 aumentano ad un ritmo del 2% all’anno, mentre gli over 80 sono 4 milioni e mezzo. Eppure le badanti che si occupano degli anziani diminuiscono, o almeno diminuiscono le assistenti domestiche assunte regolarmente. A livello nazionale ci sono quasi 80mila e l’8% di badanti in meno. In Lombardia, motore economico del Paese, se ne contano 12mila in meno: in un anno sono scese da 187mila a 175mila, in linea con il trend nazionale.

In provincia di Milano nel giro di 12 mesi sono sparite 5mila assistenti familiari in regola, passate da 106 a 101mila. A Bergamo se ne contano 700 in meno: in base agli ultimi dati sono quasi 13.200 mentre l’anno prima erano 13.900. A Brescia sono scese da 17.700 a 16.200; a Como da 8.700 a 8mila; a Cremona da 4.100 a 3.600; a Lecco da 4.350 a 3.800, oltre mezzo migliaio e il 12% in meno, la picchiata più considerevole in valore percentuale. A Lodi sono quasi 300 e più del 10% in meno, da 2.600 a 2.300; a Mantova sono passate da 5.950 a 5.300; in provincia di Pavia da 7.300 a 6.700; in provincia di Sondrio da 1.900 a 1.600; a Varese e provincia da 13.650 a 12.350, 1.300 e il 10% in meno. I numeri delle assistenti domestiche reclutate con un contratto che garantisce loro stipendio, contributi, ferie, malattie e infortuni sono più bassi delle cifre registrate non solo nel 2021, ma anche nel 2020 del grande lockdown da pandemia da Covid-19. È la prima contrazione di rilievo nel settore nell’ultimo decennio. Si tratta di una situazione che stride appunto con l’andamento demografico e in netta controtendenza rispetto situazione in netta controtendenza rispetto alla analisi da cui emerge invece che in Italia servirebbero almeno 25mila figure assistenziali in più, la maggior parte delle quali proprio in Lombardia.

Daniele De Salvo

Cercatori di funghi: Strage silenziosa a Val Masino (Sondrio)

VAL MASINO (Sondrio)

La passione per i funghi ha fatto un altro morto sulle montagne della Valtellina. È la quinta vittima in poche settimane. L’ultimo appassionato a perdere la vita si chiamava Stefano Camesasca, 56 anni, risiedeva a Brenna, in provincia di Como. L’intervento è scattato intorno a mezzanotte di lunedì 14 agosto, per il mancato rientro dell’uomo. Sono partite le squadre della stazione di Val Masino; sul posto anche l’elisoccorso di Como, dotato di visori notturni, che dopo diverse ricognizioni ha localizzato la zona in località Valbiore sui monti di Preda Rossa. Dopo avere ricevuto le coordinate, le squadre hanno raggiunto il posto e poco dopo le 6 del mattino di Ferragosto hanno ritrovato l’uomo. È arrivato l’elisoccorso da Bergamo per il recupero della salma, dopo le procedure del caso. Oltre alla stazione di Val Masino del Cnsas, sono intervenuti anche il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza di Sondrio e i Vigili del fuoco del distaccamento di Morbegno con la Protezione civile.

Il 12 agosto un ottantacinquenne di Delebio, Enrico Vaninetti, è stato ritrovato morto nel territorio di Cosio Valtellino, sulle Orobie. Il giorno prima analogo lutto a Rasura, in Val Gerola. A perdere la vita Oreste Pezzini, 76 anni, nonostante fosse del posto e conoscesse bene le sue montagne.

Carlalberto Biasini

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