Over 60 i cibi da evitare la sera

L’alimentazione corretta e l’attività fisica sono gli alleati perfetti per agevolare una vita equilibrata e in salute, in particolare per la categoria over. I cibi che assumiamo rivestono un ruolo fondamentale per il sostentamento e la ricarica energetica quotidiana, anche quella mentale. Per questo è molto importante sceglierli con cura, specialmente dopo i 60 anni prestando particolare attenzione a cosa disporre nel piatto per la cena.

Mangiare in modo corretto, e magari leggero, agevola il processo digestivo oltre a favorire un sonno ristoratore e benefico, per una migliore qualità della vita e un valido controllo del peso. Ecco perché è importante prestare attenzione alla scelta del cibo, suddividendo i pasti in modo regolare ed evitando alcuni prodotti durante il momento serale. Ecco quali sono.

Over 60, quali i cibi da evitare a cena

Per affrontare la giornata con la giusta energia è importante nutrirsi in modo corretto, specialmente dopo i 60 anni quando la digestione deve contare su maggiori attenzioni e il metabolismo rallenta. Per evitare di accumulare peso è bene abbracciare uno stile alimentare nutriente ed equilibrato evitando tutti quei cibi, in apparenza golosi, ma dannosi per l’organismo. In particolare la sera quando la digestione risulta più complessa, è giusto non appesantirla con prodotti troppo elaborati che danneggiano anche il riposo notturno. Ecco quali sono i cibi da evitare la sera:

  • cibi fritti e grassi: per quanto invitante una frittura non è mai la risposta più adatta per soddifare i bisogni alimentari serali. Risulta infatti troppo elaborata da digerire, eccessivamente calorica e unta. Lo stesso discorso vale per i cibi troppo grassi come ad esempio i salumi, la panna da cucina, le carni grasse, gli insaccatti, il burro e i condimenti più calorici e i formaggi grassi, che possono incidere sui livelli di colesterolo ma anche sul benessere del fegato;
  • prodotti conservati e confezionati: spesso si scelgono i cibi in scatola o conservati perché velocizzano la preparazione del pasto, come ad esempio tonno, carne e salmone. Ma sono ricchi di sale e possono facilitare la ritenzione idrica e aumentare i livelli di colesterolo. Al pari dei prodotti confezionati già pronti per l’uso, ricchi di zucchero, ma che possono aumentare l’indice glicemico rendendo la digestione più lenta e ardua;
  • dolcificanti, salse troppo condite e cibi piccanti: gli zuccheri impattano sul metabolismo ma possono anche incidere sul benessere della circolazione e del cuore. Questi sono molto presenti nei dolci, in particolare quelli molto elaborati, ma anche negli snack dolci e nelle merendine confezionate. Sale e intingoli particolarmente corposi risultano difficili da digerire e aumentano il lavoro del fegato. Mentre le spezie e le salse piccanti possono trovare spazio in quantità minori, ma non durante la cena serale perché risultano caloriche e complicate da smaltire;
  • pasta e pizza: sono gli alimenti più amati della nostra penisola ma, per quanto golosi, non sono indicati la sera perché aumentano l’indice glicemico e i livelli di colesterolo. Ma la pasta non è completamente vietata se assunta nel modo giusto, ovvero preferendo quantitativi adeguati magari di prodotti integrali più digeribili perché ricchi di fibre. Un toccasana anche per agevolare un buon sonno, abbattendo anche i livelli di cortisolo;
  • alcolici, caffeina, cioccolato: tre prodotti che catturano l’interesse dei più e che spesso trovano spazio nelle ore serali. Ma è bene ridurne la presenza per non impattare sulla digestione, sul fegato e sul benessere del cuore. Ad esempio gli alcolici possono favorire l’insonnia, aumentando anche l’indice glicemico, mentre caffeina e cioccolato sono degli stimolanti;
  • condimenti: è bene ribadirlo ma i condimenti come il sale e il burro non sono amici del benessere dell’organismo, in particolare superati i 40 anni quando il metabolismo rallenta e si avvicinano due nuove fasi della vita: la menopausa e l’andropausa. Per il benessere del cuore e della pressione è importante ridurli, preferendo alternative più sane e leggere.

Over 60, i prodotti più indicati per una cena sana e bilanciata

Mangiare bene e in modo nutriente è importante, in particolare a 60 anni quando l’organismo si trova a fare i conti con una digestione più lenta. Abbracciare uno stile di vita sano è sempre la scelta migliore, non solo evitando fumo e stress, ma anche praticando del sano movimento e scegliendo cibi adeguati al proprio organismo: sia per prevenire le patologie tipiche dell’età sia per gestirle anche grazie alle cure più adatte, suggerite dal professionista di fiducia.

Ecco perché l’alimentazione deve adeguarsi a questo importante momento di passaggio divenendo elemento di supporto per la salute. Bisogna partire dalla suddivisione dei pasti in 5 appuntamenti giornalieri, così da ridistribuire le calorie e i nutrienti durante la giornata. Si può inoltre chiedere supporto a un esperto, come ad esempio un nutrizionista, che potrà definire i quantitativi e i prodotti più adatti in base alla singola necessità.

Per quanto riguarda il pasto serale è fondamentale che risulti leggero e ben bilanciato, evitando i prodotti elencati in precedenza e preferendo sempre un alimento leggero, nutriente, facile da digerire, condito con un filo d’olio d’oliva o con spezie ed erbe aromatiche da affiancare a una verdura o un contorno sano ma non eccessivamente calorico. Importante spazio va lasciato inoltre alle fibre che aiutano ad aumentare il senso di sazietà, e a velocizzare la digestione. Si può poi concludere la serata con una tisana magari digestiva per agevolare anche un buon relax notturno.

Come prendersi cura della prostata

Il 15 settembre 2023 si celebra la Giornata europea della prostata istituita per invitare la popolazione maschile a prendersi cura di questa ghiandola localizzata al di sotto della vescica.

I primi campanelli d’allarme di un cattivo funzionamento non devono essere assolutamente sottovalutati. In Italia il cancro alla prostata è il tumore più diffuso tra gli uomini. Rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo. Fattori di rischio sono la genetica, uno stile di vita sedentario, l’obesità, il diabete e un’alimentazione non sana. Intorno ai cinquant’anni si può manifestare un ingrossamento benigno della prostata che tende ad esercitare una pressione fastidiosa sulla vescica e sull’uretra provocando un bisogno frequente di urinare o difficoltà durante la minzione stessa. Nei casi più gravi si può verificare un vero e proprio blocco della minzione con perdita di sangue, chiamata ematuria.

Per mantenere in salute la prostata gli urologi consigliano uno stile di vita sano e un’alimentazione bilanciata. Sotto alcuni piccoli e preziosi accorgimenti da seguire.

  • Effettuare una visita urologica ogni anno: questo appuntamento è valido soprattutto per gli uomini intorno ai cinquant’anni. Lo screening va regolarmente fatto intorno ai quarant’anni se in famiglia ci sono stati casi di cancro alla prostata.
  • Massima attenzione all’idratazione: bere almeno due litri di acqua al giorno consente di purificare il tratto urinario e prevenire infezioni urinarie dannose. Bisognerebbe avere l’abitudine durante la giornata di sorseggiare l’acqua a più intervalli e non solo durante la consumazione dei pasti.
  • Avere una vita sessuale regolare: l’astinenza sessuale provoca un ristagno di secrezioni che possono scatenare delle infezioni seminali. Inoltre da evitare è di non assecondare lo stimolo eiaculatorio che interrotto provoca il reflusso intraprostatico responsabile di molte infiammazioni.
  • Regolarizzare l’attività intestinale: chi soffre di stipsi cronica è più esposto al rischio di infiammazioni a carico di questa ghiandola. Prezioso è il consumo di cibi ricchi di fibre che depurano l’organismo da scorie e tossine in eccesso.
  • Consumare alimenti antiossidanti: a tavola ci si può prendere cura della prostata mangiando cibi ricchi sostanze antiossidanti come le vitamine A, E, C, il licopene, il manganese, lo zinco e il selenio. Via libera quindi a carote, albicocche, frutta secca, frutti rossi, cereali integrali, legumi, verdure a foglie verde e tuorlo d’uovo. Da limitare invece sono i cibi ricchi di grassi come insaccati, formaggi grassi, molluschi, crostacei, spezie in primis il pepe e il peperoncino, caffè e alcolici.
  • No alla vita sedentaria: l’attività sportiva costante stimola la circolazione pelvica. Bisogna però fare attenzione alla cylette perché la posizione su di essa può scatenare dei microtraumi perineali che possono scatenare infiammazioni e irritazioni fastidiose.

Lavandino otturato? 6 consigli per sturarlo da soli e in fretta

Come si fa a sturare un lavandino otturato da soli? Vediamo insieme quali sono le soluzioni fai da te super efficaci per far tornare a scorrere l’acqua.

Un lavandino otturato è uno di quei fastidi domestici che possono veramente rovinare la giornata. L’acqua che si accumula, il drenaggio lento e il rischio di allagamenti possono essere fonte di grande frustrazione. Fortunatamente, spesso non è necessario chiamare immediatamente un idraulico per risolvere il problema. Con qualche strumento di base e qualche accortezza, puoi provare a sturare il lavandino da solo.

Sturare un lavandino otturato

Le soluzioni per sturare un lavandino otturato sono numerose e permettono di far tornare a scorrere l’acqua nelle tubature senza alcun problema. Vediamo quindi di seguito quali sono i consigli da seguire per sgorgare un lavandino intasato.

1. Acqua bollente

Un rimedio semplice ma spesso efficace è versare dell’acqua bollente nel lavandino. L’acqua calda può sciogliere il grasso, i residui di sapone e altri detriti che possono ostruire il drenaggio. Assicurarsi di versare l’acqua lentamente per evitare di danneggiare eventuali tubature fragili.

2. Bicarbonato di sodio

Questo classico rimedio naturale è noto per la sua efficacia nel rimuovere ostruzioni. Iniziare versando mezza tazza di bicarbonato di sodio nel lavandino, seguito da mezza tazza di aceto. La reazione chimica tra il bicarbonato di sodio e l’aceto può sciogliere i depositi di grasso e sporco. Coprire l’apertura del lavandino per trattenere l’effervescenza e lasciar agire per circa mezz’ora prima di sciacquare con abbondante acqua calda.

Leggi anche 8 metodi infallibili per sturare il lavandino e gli scarichi otturati

Anche se il bicarbonato è un prodotto molto utile in casa, ci sono dei casi in cui non utilizzarlo mai.

3. Sale e acqua bollente

Mischiare mezza tazza di sale con acqua bollente e versare il composto nel lavandino. Questo può contribuire a sciogliere i residui che ostruiscono il drenaggio. Tuttavia, utilizzare il sale con moderazione, poiché una quantità eccessiva potrebbe danneggiare le tubature.

4. Ventosa

Un’opzione meccanica è utilizzare un ventosa per creare pressione e rimuovere l’ostacolo. Assicurarsi che il lavandino sia riempito con abbastanza acqua per coprire il piatto della ventosa. Creare un sigillo con la ventosa sull’apertura del lavandino e spingere ripetutamente su e giù per creare un flusso d’acqua che potrebbe sciogliere il blocco.

5. Bibite gassate

Le bibite gassate sono molto utili per fare in modo che un lavandino smetta di essere otturato.

Procedi versando il contenuto della tua bottiglia o lattina all’interno del condotto di scarico del tuo rubinetto, e lascia che agisca per circa 5 o 6 minuti. Se ripeti questo processo periodicamente, potrai gradualmente dissolvere qualsiasi accumulo che si sia formato all’interno delle tubature del sistema idraulico.

6. Enzimi naturali per il drenaggio

Gli enzimi naturali specifici per il drenaggio sono disponibili in commercio e possono aiutare a rompere i residui organici nel drenaggio. Questi enzimi sono meno aggressivi rispetto ai prodotti chimici tradizionali e possono essere una soluzione efficace per mantenere pulite le tubature nel tempo.

Lavandino otturato, consigli per sturarlo da soli: foto e immagini

Vediamo quindi una galleria immagini che permette di comprendere ancora meglio come fare per sturare un lavandino otturato.  Ecco di seguito le foto migliori per capire tutto quello che è necessario allo scopo di non commettere errori.

Mangiare come i centenari: segreti per una vita lunga

Il segreto per vivere fino a 100 anni potrebbe non risiedere solo nei geni o nella fortuna. Sembrerebbe infatti che la dieta svolga un ruolo cruciale nel determinare la nostra longevità. Molti centenari provenienti da varie parti del mondo condividono abitudini alimentari simili, che suggeriscono un modello interessante per chi aspira a una vita lunga e sana.

Dove la longevità è la norma

Le Zone Blu sono regioni del mondo dove la gente vive in media più a lungo che altrove. Queste regioni, tra cui Okinawa in Giappone, la Sardegna in Italia, e Loma Linda in California, sono state studiate per anni per scoprire il segreto della loro longevità.

Caratteristiche comuni delle diete delle Zone Blu

  1. Predominanza di cibi vegetali: Gli abitanti delle Zone Blu consumano una grande varietà di verdure, legumi, frutta e cereali integrali.
  2. Consumo moderato di proteine animali: La carne è spesso consumata solo in occasioni speciali e in piccole quantità.
  3. Grassi sani: L’olio d’oliva, i frutti a guscio e il pesce sono fonti comuni di grassi sani in queste diete.
  4. Limitato apporto di zuccheri raffinati: Gli zuccheri semplici e i cibi ultra-elaborati sono rari nelle diete dei centenari.

Stile di vita e alimentazione

Oltre alla dieta, ci sono altri fattori che contribuiscono alla longevità nelle Zone Blu:

  1. Attività fisica: La vita quotidiana in queste regioni spesso incorpora movimento naturale, come camminare o lavorare nei campi.
  2. Comunità forte: La connessione sociale e l’essere parte di una comunità sono aspetti centrali della vita nelle Zone Blu.
  3. Riduzione dello stress: Tecniche come la meditazione, la preghiera o semplici rituali quotidiani aiutano a gestire lo stress.

Conseguenze per la nostra dieta moderna

Prendendo spunto da queste scoperte, possiamo trarre alcune lezioni preziose su come mangiare e vivere per favorire una vita lunga e sana.

Evoluzione delle abitudini alimentari

La globalizzazione e l’urbanizzazione hanno portato molti ad allontanarsi dalle tradizioni alimentari locali, optando per diete ad alto contenuto calorico e basso valore nutrizionale. Tornare a una dieta più naturale e basata su ingredienti freschi e non elaborati potrebbe essere la chiave per una vita più lunga.

Incorporare pratiche salutari nella vita di tutti i giorni

Non dobbiamo necessariamente vivere in una delle Zone Blu per adottare le loro abitudini salutari. Mangiare cibi integrali, ridurre lo stress, fare esercizio fisico regolarmente e mantenere connessioni sociali sono passi che tutti possono intraprendere.

Concludendo, mangiare come i centenari potrebbe non garantire 100 anni di vita, ma sicuramente offre un modello di dieta e stile di vita che ha dimostrato di promuovere una vita lunga e sana. Incorporando alcune di queste abitudini nella nostra routine quotidiana, potremmo avvicinarci un po’ di più al segreto della longevità.

Ecco alcune ricette vegetali che potete provare:

Tossici e nocivi, come possono diventare sei oggetti se messi in lavastoviglie

Non tutta va in lavastoviglie…«Tanto lo metto in lavastoviglie». Chi non ha mai fatto questo pensiero, prendendo l’ennesimo bicchiere da cui bere un po’ d’acqua durante un pomeriggio? Certo, la lavastoviglie è certamente uno degli elettrodomestici più utili che abbiamo in casa: consuma poca acqua e poca energia, ad alte temperature elimina germi e batteri e, soprattutto, può essere utilizzata per pulire molti più oggetti che le semplici pentole e stoviglie (per esempio i ripiani del frigo). Attenzione, però: non tutto è adatto a questo tipo di lavaggio. Infatti, oltre che provocare danni all’elettrodomestico, ci sono degli utensili che potrebbero rovinarsi o addirittura diventare tossici. Vediamo quali.Utensili di legnoGli utensili di legno non sono adatti alla lavastoviglie. Con l’usura, infatti, il legno tende a fessurarsi. E queste fessure diventano l’habitat naturale di germi e batteri, ma anche di residui di cibo che lavaggi e risciacqui non riescono ad eliminare. Inoltre tendono a intrappolare sapone. Immergendo il cucchiaio di legno nel brodo o nel sugo, quindi, non solo si rischia di rilasciare scorie nel cibo, ma anche particelle di detersivo.Utensili in acciaioSe l’acciaio inox è ideale per la lavastoviglie, quello normale, come altri metalli (il rame, per esempio) al contrario si rovina velocemente, rendendo presto le vostre stoviglie inutilizzabili. Attenzione anche alle pentole antiaderenti: non tutte sono adatte alla lavastoviglie. Per alcune il lavaggio è troppo aggressivo e rovina la patina antiaderente, con due problematiche conseguenze: il cibo inizierà ad attaccarsi alla padella, bruciandosi, ma soprattutto rimarranno esposti componenti della pentola che non sono adatti a essere a contatto con gli alimenti.Utensili in plasticaA meno che non siano realizzati con materiali appostiti (come il polipropilene), gli utensili in plastica non sono adatti alla lavastoviglie, perché non resistono alle alte temperature.Bicchieri e calici di vetroNon tutti i bicchieri in vetro sono adatti alla lavastoviglie. Per esempio, quelli colorati tendono a scolorire dopo pochi lavaggi. Inoltre, il getto d’acqua potrebbe essere troppo violento per i calici più delicati, causandone la rottura. Attenzione anche a barattoli e bottiglie: se hanno ancora etichette attaccate, non lavateli in lavastoviglie prima di averle rimosse. Se si staccano all’interno dell’elettrodomestico, infatti, potrebbero causarne la rottura.MokaMai lavare la moka in lavastoviglie e mai nemmeno con il sapone. Il sapone, infatti, altera il gusto del caffè. Per tenerla pulita, basta sciacquarla con un po’ di acqua calda.Grattugie e schiacciapatateNeppure questi utensili si prestano ai lavaggi in lavastoviglie. Negli spazi più piccoli, infatti, potrebbe fermarsi del cibo che, dopo aver assorbito qualche residuo di sapone, potrebbe rilasciarlo mentre cucinate.

Quando il cibo sano può essere tossico: 10 alimenti che diventano pericolosi se consumati male

Questioni di quantitàIl veleno, si sa, lo fa spesso la dose. Capita, per questo, che alcuni alimenti che popolano abitualmente le nostre tavole possano avere proprietà tossiche se assunti in quantità eccessive. In altri casi, i disturbi per la salute possono nascondersi dietro un ingrediente consumato senza un’adeguata preparazione in cucina. Si tratta spesso di rischi molto blandi, ma per difendersi dalle intossicazioni è bene conoscere, come spiegano anche gli esperti dell’Humanitas Mater Domini, quali siano gli alimenti a cui prestare attenzione. Ecco una lista dei più diffusi. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéIl nocciolo delle ciliegie Saporite e colorate, simbolo della bella stagione che arriva, le ciliegie sono un frutto molto amato. Non tutti sanno, però, che un pericolo per la salute si annida nel loro cuore. Nel nocciolo, infatti, è presente l’acido cianidrico, un veleno molto diffuso in natura (i suoi sali, dal nome più familiare, vengono chiamati cianuri) che, se ingerito in grosse quantità, ha la capacità di inibire lo scambio di ossigeno tra il sangue e le cellule, con esiti anche fatali. Se assunto in dosi modeste, magari ingoiando o danneggiando con i denti qualche nocciolo, si può in alcuni casi andare incontro a lievi disturbi quali crampi allo stomaco, mal di testa, nausea e vomito. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéSemi di melaPer lo stesso motivo, bisogna stare attenti anche ai semi di mela. Sono infatti ricchi di amigdalina, che può rilasciare l’acido cianidrico nel nostro corpo e ostacolare il trasporto dell’ossigeno da parte del sangue. Si stima che, per un adulto, la dose letale sia equivalente all’ingestione di una grossa quantità di semini, ma in ogni caso è meglio evitare di ingerirli o masticarli. Discorso analogo vale per i noccioli di pesche, prugne e albicocche. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéMandorle amareL’amigdalina è presente in grosse quantità anche nelle mandorle amare. Sebbene siano molto meno diffuse e utilizzate in cucina delle mandorle dolci e la dose mortale per un adulto sia di circa 50 pezzi crudi, è bene stare in guardia per non incorrere nemmeno in disturbi più lievi , come specificato prima, simili a quelli provocati da un’intossicazione da cianuro come nausea, febbre, mal di testa, insonnia. Per evitare problemi, in ogni caso, è sempre bene consumare mandorle sottoposte a cottura. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéPatate, pomodori e melanzaneAnche dietro tre capisaldi della cucina italiana come patate, pomodori e melanzane possono celarsi delle insidie. In questo caso, l’elemento a cui fare attenzione è la solanina, un glicoalcaloide che le piante sfruttano come pesticida naturale. In dosaggi bassi non dà problemi, ma in medie e grandi quantità può provocare nausea, vomito e diarrea. È molto presente nella buccia e nei germogli delle patate, pomodori e melanzane. Per evitare la sostanza nelle patate, come spiega l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, è meglio sbucciarle prima della cottura, scartare le parti verdi e, se molto germogliate, è preferibile non consumarle. È importante conservarle correttamente lontano da umidità, calore e luce. Per i pomodori, la sostanza si riscontra soprattutto in quelli non maturi e nelle foglie. Occorre quindi prestare cautela sia quando si fanno acquisti in negozio sia quando si cucina a casa. In quantità minori la solanina si trova anche nelle melanzane, in particolare nella buccia. Una corretta maturazione e una cottura adeguata (attenzione però alle temperature sopra i 170°C) sono importanti per renderne sicuro il consumo. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéFunghiSe è vero che quando si parla di funghi si tende a prestare attenzione, distinguendo tra specie commestibili e velenose, non è sempre vero lo stesso per la preparazione delle varietà che arrivano normalmente nei nostri piatti. Molti funghi commestibili, infatti, contengono tossine in quantità moderate che vengono eliminate durante la cottura. Il consiglio è, quindi, di non mangiare in nessun caso prodotti crudi o non cotti a dovere e di consumarli in piccole quantità. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéFagioliUn altro alimento a cui prestare attenzione sono i fagioli: contengono infatti lectine (tra cui la fitoemoagglutinina), che possono portare a disturbi intestinali e vomito. Per eliminarle, è necessario tenere i legumi in ammollo in acqua per diverse ore (minimo dodici) prima di impiegarli in cucina e poi bollirli bene, assicurandosi che raggiungano una cottura ottimale e uniforme. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perchéLa noce moscataNella lista dei cibi potenzialmente pericolosi c’è anche la noce moscata: in dosi eccessive può provocare disturbi come convulsioni e fenomeni allucinatori. Se ne consiglia a tutti, in generale, un consumo moderato, entro i limiti del normale uso che se ne fa in cucina. Leggi anche: — I 15 cibi che non dovremmo mai tenere in frigorifero — Cibo avanzato, le 12 regole per riciclarlo evitando il rischio batteri — Cibi pericolosi per i cani: gli insospettabili da non dare mai e perché

Cosa mangiare per dimagrire

Il regime Abura è una dieta ipocalorica che si basa sulla riduzione dell’apporto calorico giornaliero per favorire una perdita di peso considerevole. Qual è il menu settimanale? Ecco cosa mangiare.

Dieta abura: il menù settimanale

La dieta abura è un programma alimentare che consiste nell’unione di due metodi molto noti per perdere peso, da un lato c’è il digiuno intermittente mentre dall’altro lato c’è la dieta chetogenica.

A grandi linee punta a creare una finestra di digiuno 16/8 che va dalle 20.00 alle 12.00 del giorno successivo e a concedere il consumo di alimenti nelle ore successive. Questo metodo ha preso piede traendo ispirazione dal successo di un programma a pagamento, chiamato per l’appunto Metodo Abura.

Il menu di esempio del metodo Abura serve a capire come si segue questa strategia dimagrante, ma andrebbe sempre calibrato in base alle proprie necessità e sempre dopo aver consultato il medico di fiducia.

Stando a quanto detto sinora, si possono consumare acqua, tè, tisane e bibite non caloriche e non zuccherine dalle 20.00 alle 12.00 ed è possibile consumare due o tre pasti caratterizzati da grassi e proteine (80% grassi, 20% proteine e 5% carboidrati) dalle 12.00 alle 20.00. Ecco il menù settimanale:

Colazione – Acqua, tè, tisana o bevanda senza calorie;

Spuntino – Non c’è (continuare a bere bevande senza calorie);

Pranzo – Due uova oppure una porzione di pesce o carne accompagnata da insalata o cicoria condita con olio;

Merenda – Bevanda vegetale senza zuccheri, un po’ di cioccolato fondente senza zuccheri aggiunti o una manciata di pistacchi o noci;

Cena – Una porzione di formaggi stagionati o petto di pollo alla griglia con contorno di verdure, broccoletti o funghi.

Il menù settimanale della dieta abura: cosa mangiare?

Gli obiettivi della dieta Abura sembrano ora più chiari: utilizzare le riserve di grasso corporeo, eliminare le tossine e proteggere e ottimizzare la salute. Si pratica quindi alternando fasi di digiuno e fasi di assunzione di alimenti composti prevalentemente da lipidi e proteine.

Esempio di una giornata tipo:

Dalle 8.00 alle 12.00: acqua o tisana;

dalle 12:00 alle 20:00: due o tre pasti composti da 80% grassi, 20% proteine ​​e 5% carboidrati;

dalle 20:00 alle 8:00: acqua o tisana.

Naturalmente privilegiando sempre il più possibile i lipidi di qualità, quindi gli acidi grassi insaturi. Quali sono i benefici? La dieta abura non prevede vere e proprie privazioni, poiché gli alimenti consentiti sono molto vari e possono essere consumati senza limite calorico.

Inoltre, la dieta abura incoraggia ad evitare i cibi industriali e quindi a privilegiare quelli fatti in casa. Ciò aiuta a stabilire migliori abitudini alimentari a lungo termine.

La dieta abura prevede la perdita di grasso attraverso lo stato chetonico del corpo indotto dalla dieta specifica e da periodi di digiuno. Ciò rimane possibile se l’apporto energetico rimane comunque controllato.

Oltre ad aiutare nella perdita di peso, la dieta abura è davvero benefica per la salute. Riduce i rischi cardiovascolari, ha un’azione antinfiammatoria e antiossidante, eliminazione delle tossine, aumento di energia, miglioramento del sonno, della concentrazione, della qualità della pelle, del dolore.

7 alimenti da evitare dopo i 60 anni

Un’alimentazione sana è la prima regola per agevolare una vita longeva e piena di benessere, un accorgimento importante dopo i 60 anni. Il cibo svolge un ruolo fondamentale per la salute del corpo e della mente: ecco perché è importante selezionare quello più ricco di nutrienti ed evitare una serie di prodotti considerati dannosi, difficili da digerire e assimilare, e che non sono in grado di produrre energia per l’organismo.

Nonostante molti over 60 possano vantare capacità digestive invidiabili, alcuni alimenti sono da ridurre o proprio da accantonare. Il metabolismo rallenta, l’organismo richiede un minor apporto calorico in favore di uno stile alimentare e di vita più sano. Ma quali sono i cibi che è meglio evitare? Ecco 7 esempi.

Cibi fritti e grassi

Nonostante possano risultare molto golosi i cibi fritti devono essere fortemente ridotti nella dieta, al pari degli alimenti troppo grassi come i formaggi stagionati, il burro, i latticini ad alto contenuto di grassi. Tutti questi alimenti possono intaccare la salute favorendo un accumolo di grasso corporeo difficile da smaltire oltre ad incidere sulla circolazione e il benessere del cuore.

Zucchero

Lo zucchero è un alimento molto presente nel quotidiano sia come dolcificante che come prodotto aggiunto, ad esempio all’interno di succhi, merendine, dolci, pane bianco, bevande gasate e molto altro. Un eccesso di zucchero nel corpo può aiutare la comparsa di alcune patologie come il diabete. Inoltre assumere troppo zucchero o anche dolcificanti artificiali, può incidere sulle capacità cerebrali, favorendo uno stato infiammatorio e aumentando il rischio di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, agevolando anche ansia, depressione, riduzione delle capacità menomiche e cognitive.

Cibi raffinati

I prodotti industriali troppo elaborati e raffinati ma anche i cibi pronti come il pane bianco, la pasta e il riso bianco, sono tutti alimenti da moderare, ridurre o eliminare. Aumentano i livelli di zucchero nel sangue, risultano meno nutrienti e possono favorire l’obesità, le malattie cardiovascolari, e anche il rischio di sviluppare l’Alzheimer o la demenza senile.

Alcolici

Un consumo occasionale può rientrare all’interno di un menu salutare ma è l’abuso che incide sul benessere del corpo, in particolare sulle funzioni del cervello, perché l’eccesso può intaccare le capacità delle cellule cerebrali influendo negativamente sulle capacità mnemoniche e sulla concentrazione.

Carni rosse

La carne rossa è un alimento da limitare: nonostante sia una fonte proteica è anche ricca di grassi saturi responsabili del declino cognitivo. Inoltre assumerne in quantità elevate può favorire problematiche di tipo cardiaco e anche l’ictus. Un discorso simile è bene estenderlo ad altre fonti proteiche considerate eccessivamente caloriche e grasse, quali gli insaccati.

Sale

La moderazione è la regola principale e per quanto riguarda il sale è importante dosarne la presenza o sostituirlo con erbe aromatiche e spezie evitando quelle troppo piccanti. Il sale aumenta la pressione con ricadute sul benessere del cuore, della circolazione e dello stesso cervello.

Caffeina

È uno stimolante naturale, al pari del tè, ed è presente in molte bevande energetiche, favorisce una maggiore reattività del corpo e del cervello ma con un aumento dello stress personale. Troppo caffè non fa bene alla salute del cuore, per questo è importante limitarlo o sostituirlo con bevande meno impattanti.

Over 60, cosa è meglio mangiare

Per favorire una vita lunga e sana è bene abbracciare uno stile più equilibrato, ideale per garantire benessere anche al cervello. A partire dalla dieta che dovrà contemplare cibi nutrienti e sani come frutta e verdura di stagione, cereali meglio se integrali, grassi benefici come l’olio d’oliva, la frutta secca e i pesci azzurri ricchi di Omega-3. Da integrare nella dieta anche latticini magri, proteine magre e leggere, e alimenti che svolgono una valida azione antiossidante, come ad esempio frutti di bosco, agrumi, tutte le crucifere più amate. Fondamentale l’idratazione, che può essere a base di acqua ma anche spremute fresche e tisane. Da non dimenticare il sano movimento quotidiano: anche la semplice passeggiata con il cane può aiutare l’organismo a rimanere in forma.

Quali vitamine assumere in menopausa

L’alimentazione in menopausa svolge un ruolo essenziale per contribuire a rendere serena e appagante questa fase della vita femminile, spesso caratterizzata da fastidi e piccoli disturbi.

Una dieta equilibrata che comprende diverse tipologie di nutrimenti, infatti, consente di fare il pieno di vitamine utili durante la menopausa, integrando anche i minerali ritenuti indispensabili per la salute soprattutto superati i 50 anni.

Se da un lato curare il proprio regime alimentare favorisce il benessere in menopausa, dall’atro lato questo obiettivo si conquista anche abbandonando alcune abitudini malsane, come il fumo e l’abuso di alcolici, favorendo invece l’idratazione e privilegiando il movimento e l’attività fisica, mettendo da parte la sedentarietà.

Quali vitamine assumere in menopausa

L’elenco delle vitamine da assumere nel periodo della menopausa è ricco e variegato, così come la lista degli alimenti da consumare per essere sicure di integrare queste preziose sostanze. Rivolgendosi al proprio medico di fiducia, tuttavia, è sempre possibile farsi consigliare l’assunzione di integratori specifici o multivitaminici adeguati.

Vitamina A

La vitamina A è una preziosa fonte di benessere per la salute delle ossa e dei tessuti cutanei, contribuendo anche alla salute dei denti che possono essere coinvolti da problematiche legate soprattutto agli sbalzi ormonali.

Questa vitamina è presente soprattutto nel latte e nei suoi derivati, nel fegato e nel tuorlo d’uovo.

Vitamine del gruppo B

Tra le vitamine del gruppo B, quelle più preziose in menopausa sono la B6 e la B12, rispettivamente importanti per mantenere adeguati i livelli di zucchero nel sangue e per aiutare a gestire le vampate di calore, così come lo stress che spesso si accompagna a questa condizione.

Anche la vitamina B9, l’acido folico, contribuisce a garantire la presenza di folati che si rivelano indispensabili anche in questa fase della vita femminile.

Vitamina C

La vitamina C è un ottimo antiossidante che giova non poco al sistema immunitario, contribuendo anche a fissare il ferro nel sangue. In menopausa, infatti, le donne vanno spesso incontro a un calo della ferritina necessaria per assicurare i depositi di ferro.

Sono buone fonti di vitamina C gli agrumi, i kiwi ma anche i peperoni e i pomodori, il cavolo, gli spinaci e i broccoletti.

Vitamina D

Indispensabile per la salute a tutte le età, in menopausa la vitamina D si rivela ancora più preziosa per favorire il benessere delle ossa, aiutando a fissare il calcio e di conseguenza a prevenire l’indebolimento osseo.

Assumendo vitamina D, con il cibo o come integratore, si riduce notevolmente il rischio di andare incontro a fratture o lesioni. La lista degli alimenti che contengono questa vitamina è molto lunga: tonno, salmone, sgombro ma anche burro e olio di fegato di merluzzo.

Vitamina E

La vitamina E è una valida alleata per gestire al meglio lo stress fisico e psichico caratteristico della menopausa, aiutando a prevenire malesseri e stati depressivi più o meno gravi.

È contenuta specialmente nei grassi vegetali, nel mais e nella soia, ma anche nella frutta secca come noci, mandorle e nocciole. È anche presente nei cereali integrali e in tantissime tipologie di frutta e verdura.

Diabete, a tavola per perdere peso è meglio rinunciare ai grassi o ai carboidrati?

Chi ha il diabete e vuole dimagrire deve ridurre l’apporto di carboidrati, non i grassi: lo ha dimostrato una ricerca dell’università danese di Odense, per la quale un gruppo di persone con diabete ha seguito per sei mesi una dieta low carb, mentre altrettanti hanno tagliato i grassi. Al termine dell’intervento i primi avevano perso in media circa quattro chili in più rispetto ai secondi, e pure la glicemia risultava migliorata.

Quanti carboidrati

Secondo i Livelli di Assunzione Raccomandati il 45-60 per cento delle calorie totali giornaliere dovrebbe arrivare dai carboidrati, semplici o complessi; la quota raccomandata di zuccheri invece deve essere meno del 10 per cento dell’energia totale. Nelle diete low carb il totale dei carboidrati scende anche al 20 per cento delle calorie e l’effetto dimagrante è assicurato, come conferma lo studio danese: l’organism, visto che i carboidrati ne contengono e che il processo metabolico per mobilizzare e utilizzare il glucosio immagazzinato nel fegato ne richiede in abbondanza, di conseguenza ci si «asciuga» e lo si nota subito sulla bilancia. In un giorno o due le scorte si esauriscono, in più con pochi carboidrati c’è poca insulina in circolo e così parte il segnale per usare le riserve di grasso come fonte di energia: ciò fa dimagrire, anche se più lentamente rispetto alla prima perdita di peso da disidratazione, rapida ma facile da recuperare . Le riserve di grasso epatiche vengono mobilitate, con un effetto positivo per chi soffre di steatosi, o fegato grasso. Riducendo le calorie da carboidrati la perdita di peso sembra più consistente rispetto alle diete in cui si riducono soltanto i grassi; nel lungo periodo però le differenze si assottigliano e anche i ricercatori danesi ammettono che a distanza di tre mesi dall’intervento non si notano più.

I rischi

In compenso però esagerare al ribasso coi carboidrati può essere pericoloso: il glucosio è la forma principale e preferita di energia per tutti gli organi e in carenza eccessiva, quindi, tutti soffrono in vario modo. Il cervello in particolare ne risente e si hanno difficoltà di concentrazione, sbalzi d’umore, mal di test a, stanchezza; il cuore può risultare affaticato così come i reni; la chetosi (ovvero l’eccesso di chetoni in circolo) dovuta all’uso dei grassi come fonte energetica provoca crampi muscolari, nausea, disidratazione, squilibri elettrolitici. I muscoli hanno prestazioni inferiori e se il deficit di carboidrati si protrae troppo a lungo si usano proteine per avere energia, perdendo perciò massa muscolare magra e riducendo il metabolismo basale. Ciò comporta un possibile effetto rebound al termine della dieta: il ritorno a un’alimentazione normale e a un introito calorico maggiore si trasforma spesso in un aumento di peso e un maggior deposito di grasso, perché c’è meno massa magra che possa sfruttare l’energia in più che si sta fornendo. Perché una dieta, quindi, sia efficace nel lungo periodo è opportuno che l’apporto di carboidrati sia equilibrato, dando la preferenza a quelli complessi che si assorbono lentamente e comportano quindi meno picchi di glicemia, un vantaggio importante anche per chi soffre di diabete.

1 2 3 10