Uno scisma all’interno della Chiesa ortodossa apre un nuovo fronte di tensione in Etiopia.

Il governo etiope sta affrontando una nuova crisi dopo che la Chiesa ortodossa del Paese ha denunciato il Primo Ministro Abiy Ahmed per aver appoggiato una scissione non riconosciuta, tra proteste e attacchi come quello che lo scorso fine settimana ha causato otto morti in una chiesa di West Arsi, nella regione più grande del Paese, l’Oromia, epicentro della crisi.

Le tensioni sono iniziate il 22 gennaio, quando tre vescovi ortodossi hanno dichiarato la creazione del cosiddetto Santo Sinodo di Oromia, Nazioni e Nazionalità, inizialmente composto da 25 vescovi. Tutti loro sono stati scomunicati a breve distanza di tre giorni dal ramo principale, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo, seguita da circa 50 milioni di fedeli in tutto il Paese.

Dietro la scissione c’è l’arcivescovo Abune Sawiros, che ha spiegato la sua decisione di dissociarsi dalla Chiesa Tewahedo ritenendo che i suoi leader non avessero fatto nulla per offrire servizi religiosi nelle lingue tribali, cosa che ha portato alla perdita di milioni di fedeli negli ultimi anni in Oromia e nella regione meridionale.

Il primo ministro etiope ha inizialmente cercato di prendere le distanze dalla crisi, che ha definito una questione interna, e ha invitato i leader dei due rami a risolvere le loro divergenze. Questi commenti hanno attirato le ire del sinodo Tewahedo, che ha accusato il leader oromo e protestante di distorcere la crisi descrivendola come un conflitto personale.

“Troviamo particolarmente inquietante che il primo ministro abbia insinuato che questo sinodo si opponga alla messa in lingua oromo, cosa ben lontana dalla verità”, si legge in una lettera inviata all’inizio del mese dalla Chiesa Tewahedo e firmata dal patriarca Abune Mathias, leader ortodosso, che ha annunciato l’inizio di manifestazioni di massa dalla capitale Addis Abeba domenica prossima.

Gli eventi sono culminati il 4 febbraio quando, secondo la Commissione etiope per i diritti umani, un gruppo di esperti indipendenti, almeno otto persone sono state uccise da “operatori umanitari delle forze di sicurezza etiopi” che hanno usato “forza sproporzionata” per disperdere un tentativo di occupazione della chiesa di San Michele Arcangelo.

La stessa commissione, nel suo rapporto pubblicato venerdì, denuncia una campagna di repressione contro i seguaci della Chiesa ortodossa Tewahedo che si sono opposti alla creazione di questo nuovo sinodo e che sono stati vittime di “pestaggi, intimidazioni, espulsioni dalle chiese e arresti extragiudiziali”.

L’accesso a Internet in gran parte del Paese è stato rallentato nelle ultime ore a causa delle proteste per la crisi, mentre le scuole della capitale, Addis Abeba, sono rimaste chiuse venerdì a causa dell’atmosfera tesa che si respira in città in vista di quello che domenica potrebbe essere uno scontro tra gruppi di manifestanti a favore e contro i vescovi scomunicati.

Nel frattempo, la Joint Security and Intelligence Task Force dell’Etiopia, composta dalle principali agenzie di sicurezza del Paese, ha avvertito entrambi i gruppi di astenersi dall’indire manifestazioni non autorizzate nella capitale e in altre parti del Paese per “creare deliberatamente disordini” tra i fedeli, secondo una dichiarazione riportata dall'”Addis Standard”.

Fonte: (EUROPA PRESS)

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