Arrivano i comitati a difesa del Reddito di cittadinanza: governo in ritardo sui corsi di formazione

Nascono i comitati in difesa del reddito di cittadinanza. L’iniziativa parte da Roma, ma realtà simili si stanno sviluppando anche a Napoli e a Palermo. Diverse associazioni che già si occupano del sostegno al reddito delle persone più fragili hanno deciso di fare rete per aiutare i percettori del sussidio nato con il governo gialloverde e che l’esecutivo di Giorgia Meloni ha annunciato di voler abolire entro quest’anno.Sindacati, movimenti, associazioni, studenti, tutti insieme proveranno a mettere a disposizione i loro servizi di assistenza: dalla consegna della spesa allo sportello fiscale fino al diritto alla casa popolare. «Vogliamo creare un luogo di aggregazione per i percettori del reddito che sono isolati e stigmatizzati sia dalla politica sia dai media», spiega Marco Filippetti del sindacato Clap, tra i promotori dei comitati. L’obiettivo è arrivare ad azioni di mobilitazione per sostenere i diritti di queste persone, tanto che già si parla di una grande manifestazione in primavera.Sono già stati organizzati dei presidi nei centri Inps della Capitale, «un luogo simbolo dove abbiamo incontrato e portato solidarietà a cittadini spaventati dalle campagne che sono state fatte contro di loro. La povertà non è una colpa, il reddito di cittadinanza è stato utile a tante persone, e mentre in Europa i governi aumentano i sussidi per le persone in difficoltà l’Italia è l’unico Paese a tagliare gli assegni», continua Filippetti. Le regole per ricevere il sussidioLa manovra approvata dal Parlamento a dicembre prevede per il 2023 solo sette mensilità di reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili, che per ricevere il sussidio fino a luglio saranno obbligati a frequentare i corsi di formazione o di riqualificazione dei centri per l’impiego. I giovani tra i 18 e i 29 anni dovranno frequentare corsi di istruzione se non hanno terminato gli studi. In più, il contributo all’affitto non verrà più erogato al beneficiario del reddito, ma direttamente al padrone di casa. Solo disabili, minori e over 60 avranno diritto all’assegno fino alla fine dell’anno. L’appello al governoI comitati si rivolgono al governo: «Il decreto lavoro annunciato dalla ministra Calderone ancora non c’è e nei centri per l’impiego i corsi di formazione non sono iniziati». Una delle rivendicazioni dei comitati, peraltro, è garantire le politiche attive: «I disoccupati che abbiamo incontrato vogliono lavorare», sottolinea Filippetti che aggiunge: «Perciò li porteremo sotto la sede della regione, che ha la competenza sulla formazione professionale, per chiedere di far partire i corsi». Sulle politiche attive il caos regna sovranoGià da maggio 2022 è attivo il programma Gol, finanziato con 4,5 miliardi di euro dall’Europa, che è indirizzato a tutti i disoccupati: percettori di reddito, Naspi, Neet, migranti, donne vittime di tratta. Quindi è probabile che qualche regione abbia fatto partire i corsi del programma Gol a cui partecipano anche i beneficiari del reddito di cittadinanza. I centri per l’impiego, però, continuano ad andare in ordine sparso e il governo, a cinque mesi dallo stop del sussidio per gli occupabili, non ha ancora deciso cosa fare.

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