Hacker bielorussi smascherano i dossieraggi dell’Autorità per telecomunicazioni russa RKN

Il gruppo di hacker bielorussi denominato “Cyberpartigiani” è riuscito ad accedere al server interno dell’Autorità per telecomunicazioni russa Roskomnadzor (RKN), impossessandosi della corrispondenza. Si è scoperto che l’attività della RKN va oltre i compiti ufficialmente assegnati e fissati dal governo russo: far rispettare le leggi sui media e sulle telecomunicazioni, monitorare la rete per attività illegali e proteggere i bambini da informazioni dannose. 

In base alle informazioni diffuse dagli hacker, la RKN compila segretamente dossier su quasi tutti i più noti giornalisti e personaggi pubblici critici nei confronti delle autorità russe, nonché sui media indipendenti. I dossier contengono informazioni biografiche dettagliate e riferimenti agli account personali delle personalità finite nel mirino della RKN sui social media. 

Risulta inoltre che nei prossimi mesi Roskomnadzor prevede di lanciare una “bot farm”, a cui i dipendenti fanno riferimento nei loro documenti interni. Il nome ufficiale del progetto è “Clean Internet”. La descrizione afferma che si tratta di un “complesso software e hardware per la creazione e la manutenzione automatizzate di social network” tramite account bot che “automaticamente, o secondo un determinato programma, eseguono qualsiasi azione e hanno una certa somiglianza con una persona fisica”. Uno dei compiti principali di “Clean Internet” è di “riempire gli account creati di contenuti per imitare l’attività degli utenti”. Si sottolinea che il programma deve funzionare in modo tale che i bot superino con successo il test quando si uniscono anche a gruppi e comunità chiusi. 

Un altro programma sviluppato da Roskomnadzor e menzionato nei documenti pubblicati è il programma Vepr (“Cinghiale”). Il suo compito è trovare rapidamente i cosiddetti “punti di tensione informativa” su Internet. “Vepr” deve rilevare la fonte dell’evento informativo, stimare la dimensione del pubblico che ne discute e controllare le azioni dei partecipanti alle discussioni per un’ipotesi di violazione della legge. Alla fine, Roskomnadzor, con l’aiuto di Vepr, deve valutare “il potenziale per punti di tensione informativa di trasformarsi in una minaccia per la sicurezza delle informazioni” e, in determinate circostanze, “trasferire dati a organismi autorizzati”. L’archivio dei documenti di Roskomnadzor contiene un elenco di “punti di tensione informativa”, che conta più di cento argomenti: dai fake sull’esercito russo agli insulti contro Vladimir Putin.

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