Blanco spacca tutto, anche se stesso

“Perché a vent’anni c’è bisogno di qualcuno che ti dica che sei forte, che fai bene a seminare le tue regole, che se compi un miracolo ti dica che stai compiendo un miracolo. Ma serve anche chi ti dica, provando a sfuggire ogni retorica, che anche perdere ogni tanto non significa essere perdenti. E che le regole della sconfitta sono ben più pesanti da digerire.
Prendi fiato, appena puoi, Bro. E fatti raccontare da chi ti ama, con amore, quello che stai vivendo. Perché lo so, che è difficile da capire. “… chiudevo così, proprio lo scorso anno, a poche ore dalla vittoria di Blanco e Mahmood, la mia piccola riflessione su colui che stava pubblicamente ibridando tenerezza e rabbia di un’intera generazione. Blanco quest’anno ha “spaccato tutto” ma non con il significato che ci siamo abituati ad attribuire a chi ha vinto. Ha spaccato il palco dell’Ariston perché non si sentiva bene in cuffia. “Sono cose che succedono”, lui stesso afferma, ma “almeno così mi sono divertito”, chiosa. Perfetto imprevisto per lo show, poco dopo la mezzanotte quando alcuni sguardi si assottigliano e la sveglia dell’indomani si avvicina. Non so quanto perfetto sia stato per lui, che di quel miracolo si è fatto artefice, ma che in pochi istanti rischia di trasformarsi inconsapevolmente in vittima.
I Placebo nel 2001, sullo stesso palco, lo hanno anticipato, i Maneskin lo hanno preceduto qualche settimana fa a Las Vegas. La differenza sta che da una parte, ad evocare lo sfacio è stato lo spettacolo, dall’altra un agito di rabbia. E i benpensanti sono più indulgenti con i lustrini che non con gli istinti più cupi. Blanco non ricanterà, e all’annuncio del conduttore la platea esulta. Infatti.