Nuovo sistema di sollevamento ponti ideato da Fagioli

Un innovativo sistema di sollevamento per i ponti e i viadotti stradali e autostradali mai utilizzato prima a livello mondiale, appositamente progettato e realizzato dal reparto ingegneria interno di Fagioli. Grazie a questo manufatto, l’azienda emiliana, ai vertici mondiali nel settore dell’ingegneria e delle grandi movimentazioni, ha portato a termine le operazioni di movimentazione dell’impalcato del viadotto Po sulla A7 Milano – Genova, oggetto di manutenzione.
Si è concluso, così, un intervento durato complessivamente quattro mesi. Il Bmm 14000 – Bridge maintenance machine, questo il nome del sistema ideato, consente di sollevare e abbassare, senza limiti di altezza, porzioni di impalcato fino a 1.400 tonnellate di peso, distribuendo il carico in modo da rendere lo scarico a terra paragonabile a quello di un camion.
Il bloccaggio meccanico dell’elemento movimentato, permette, inoltre, nei periodi di standby, di lavorare in sicurezza sotto la porzione d’impalcato, senza necessità di impegnare personale dedicato.
Significative, spiegano i tecnici di Fagioli, anche le ricadute positive in termini di riduzione dei tempi di cantierizzazione, grazie alla possibilità di spostare, di campata in campata, il sistema di sollevamento, attraverso carrelli semoventi, senza la necessità di smontaggio e rimontaggio della struttura.
«La movimentazione dell’impalcato del viadotto Po sulla A7 – afferma Fabrizio Ferrari, eavy haulage & lifting director Emea area del gruppo Fagioli – è particolarmente significativo perché ha visto l’utilizzo, per la prima volta a livello mondiale, di questo innovativo sistema di sollevamento».
Il Bmm, prosegue, «è stato interamente ideato e progettato dall’engineering department interno del gruppo, una divisione basata nel quartier generale di Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, dove operano circa 50 risorse altamente specializzate, tra le quali ingegneri civili, strutturisti e meccanici e disegnatori tecnici».
Il sistema è stato ingegnerizzato e progettato, conclude Ferrari, «per rispondere alle specifiche esigenze italiane nel settore dell’ammodernamento di infrastrutture stradali e autostradali; e, viste le numerose ricadute positive a livello operativo e in termini di riduzione dei tempi di cantierizzazione, abbiamo già in programma di utilizzarlo in alcuni prossimi progetti di movimentazione», in cui Fagioli sarà impegnato nel Paese.
Terminato l’intervento sulla A7, il gruppo Fagioli è ancora impegnato nelle operazioni di ammodernamento di alcuni viadotti autostradali sulla A15 Parma – La Spezia.