Paola Egonu, le dure critiche del sindaco di Cittadella alla pallavolista: “Ma quale razzismo”

Tra qualche giorno vedremo la pallavolista Paola Egonu calcare il palco del teatro Ariston, eppure stanno facendo discutere alcune sue dichiarazioni sul razzismo in Italia, parole le sue che hanno suscitato pronte reazioni come quella del sindaco di Cittadella Luca Pierobon: “Cittadella, i luoghi contermini, il Veneto, non sono terre di razzisti. È ora di finirla. Qui si accolgono gli immigrati, eccome! Chi vuole integrarsi lo può fare. Invito Paola a Cittadella”, ha dichiarato il primo cittadino. 

Paola Egonu, la dura risposta del sindaco Cittadella 

Il sindaco di Cittadella – sentito da “Il Gazzettino – senza usare troppi giri di parole ha commentato così le dichiarazioni fatte da Paola Egonu: “È una grande campionessa e mi complimento con lei. Non entro nel merito di quanto ha raccontato nell’intervista, non mi va però che per l’ennesima volta il nome di Cittadella (sede dell’ospedale dov’è nata e che appare come la cittadina dove sembra abitare) venga associata agli aspetti così negativi che descrive”. 

Ha poi aggiunto che l’atleta ha un ruolo importante e un’ampia visibilità, spiace continui a usarla per criticare facendo passare tutti i cittadini di qui come razzisti. Attraverso lo sport è una ambasciatrice. Mi chiedo, allora, perché attualmente giochi con un contratto milionario in Turchia, dove non mi sembra che, a cominciare dai diritti delle donne, siano campioni di democrazia. Forse si mettono questi principi da parte quando si ha a che fare con tanti soldi?”. 

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Paola Egonu: “I ragazzini possono essere spiacevoli”

Paola Egonu aveva raccontato il suo difficile vissuto e di come sia stata vittima di razzismo da giovanissima: Sono cresciuta in un contesto in cui lo standard di bellezza presupponeva l’essere bianca. E, sa, i ragazzini possono essere molto spiacevoli”, spiegando anche che”Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo. A un certo punto mi sono rasata a zero. Peccato che poi venivo presa in giro perché non avevo i capelli. La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo”. 

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